Cocaina, lo spaccio e il dramma: 3 arresti

Venerdì 22 Novembre 2019
L'OPERAZIONE
CONEGLIANO È partita dal tentativo di suicidio di un 25enne l'ampia operazione antidroga dei carabinieri che hanno sgominato un grosso giro di spaccio di cocaina. Nel giorno della festa della loro patrona, la Virgo Fidelis, i carabinieri della stazione di Conegliano hanno concluso una maxi indagine che ha portato all'arresto di tre spacciatori con un giro d'affari di circa 150mila euro all'anno. Tra i clienti studenti, imprenditori e liberi professionisti delle province di Treviso, Belluno e Pordenone. 130 le persone segnalate in quanto assuntori. A finire in manette, in esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del tribunale di Treviso Bruno Casciarri, tre cittadini nigeriani di 24, 27 e 29 anni, residenti in città, con regolare permesso di soggiorno, due con precedenti e due dei quali con famiglia. Gli uomini dell'Arma l'hanno chiamata operazione White river perché i pusher incontravano i clienti principalmente sulle rive del Monticano, spostandosi in bicicletta o a piedi. L'indagine, condotta dagli investigatori coneglianesi coordinati dal maresciallo Walter Buso, e dal pubblico ministero della Procura di Treviso, Paolo Fietta, nasce verso la fine dello scorso anno quando i militari intervennero per il tentativo di suicidio di un ragazzo di 25 anni, residente nel coneglianese.
GESTO DISPERATO
Fortunatamente il giovane non riuscì nel suo intento e, seppure indirettamente, offrì lo spunto ai carabinieri per dare l'avvio alle indagini. Nel corso del sopralluogo furono rinvenuti infatti pochi grammi di cocaina di cui il 25enne faceva uso in quel periodo sofferente della sua vita. Mossi dal desiderio di dare almeno una risposta alla famiglia già provata dall'accaduto, i carabinieri avviarono l'indagine, partendo dalla ricerca di chi aveva ceduto la dose al ragazzo, attraverso il controllo dei tabulati telefonici. Da un numero di cellulare che il giovane aveva composto poche ore prima di tentare di togliersi la vita, è partita l'intera operazione. Quell'intuizione ha permesso di ricostruire la rete dello spaccio e di sgominare la banda di nigeriani. All'inizio con pedinamenti e osservazioni, per poi passare alle intercettazioni telefoniche e all'utilizzo di tecniche più sofisticate per individuare gli spacciatori e anche i clienti. Il quadro delle indagini si è chiuso mercoledì sera con le perquisizioni nelle abitazioni dei tre soggetti, che costituivano a tutti gli effetti un sodalizio criminale, e in un negozio etnico in cui erano soliti ritrovarsi. Locale che comunque è risultato estraneo alla vicenda.
IL SEQUESTRO
Durante le perquisizioni sono stati sequestrati 20 grammi di sostanza stupefacente in dosi già pronte per lo smercio oltre a polvere da taglio, un bilancino, alcuni telefoni, carte di credito prepagate e 5mila euro in contanti frutto dell'attività di spaccio. Nel corso dei pedinamenti sono state invece sequestrate circa 60 dosi ai clienti che di volta in volta venivano fermati. Sono state segnalate 130 persone in quanto assuntori della sostanza stupefacente. Un grosso giro di clienti, di diverse fasce d'età, composto da studenti, imprenditori e liberi professionisti di Conegliano e dintorni, e provenienti anche dalle vicine province di Pordenone e Belluno. Persone che staccavano dal lavoro e prima di tornare a casa la sera passavano dal pusher. Bastava un colpo di telefono per accordarsi. Telefonate esplicite, nelle quali non facevano nemmeno lo sforzo di parlare in codice. «Un anno di indagini per una stazione dei carabinieri vuol dire tanto lavoro ha detto il comandante della compagnia Fabio Di Rezze Gli uomini della stazione hanno lavorato con spirito del dovere, sacrificando anche parte del loro tempo libero. Per questo li ringrazio e mi complimento con loro per il risultato ottenuto».
Elisa Giraud
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