Al Bhr la sfida di cinquecento piccoli inventori

Sabato 25 Maggio 2019
IL PROGETTO
TREVISO Una pista dove le macchinine devono aggirare vari ostacoli, una gru con cui agganciare e sollevare vari carichi, il castello incantato, la ruota panoramica dei sogni, una sorta di subbuteo calcio balilla, l'ape che deve raggiungere il fiore senza rimanere imprigionata nella ragnatela. Sono solo alcuni esempi dei giochi inventati dagli scolari di tutta Italia finalisti del progetto Eureka! Funziona!. Fantasia al potere, con un comune denominatore scientifico: tutti azionati o comunque incentrati sull'utilizzo di calamite, per dimostrare il principio del magnetismo. L'iniziativa, organizzata da Federmeccanica mira a promuovere la formazione tecnico- scientifica e lo spirito imprenditoriale tra gli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle elementari.
Alla manifestazione hanno partecipato 16mila alunni in 47 città. Per la prima volta, si è disputata ieri nella Marca. Al Bhr Hotel, si sono ritrovati oltre cinquecento ragazzini di venti scuole di altrettante località (tra le più lontane: Brindisi, Caserta, Terni, Cuneo). Nel trevigiano hanno aderito: I. C. di Susegana, Pianca School e La Nostra Famiglia di Conegliano, Istituto salesiano E. di Sardagna di Castello di Godego. Sul palco, i vari team hanno presentato i propri lavori, con cartelloni, poesie, balletti e mini-show.
Divertimento per tutti, ma la finalità, come accennato, è serissima. A partire da sviluppare capacità di lavorare in gruppo, risolvere i problemi e altre competenze trasversali: Ci piacerebbe molto che lo spirito imprenditivo sperimentato durante Eureka!Funziona! potesse essere portato avanti dai piccoli studenti lungo tutto il loro percorso didattico conferma Federico Visentin, vicepresidente di Federmeccanica, con delega all'Education. E Antonella Candiotto, vicepresidente di Assindustria Venetocentro rimarca: «Un apprendimento che nella scuola primaria coinvolge sia maschi che femmine, annullando pregiudizi e differenze di genere, incentivando anche le bambine a sviluppare interessi e seguire percorsi di studio tecnico-scientifico».
Mattia Zanardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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