Samuele Donatoni, sacrificio non ancora del tutto chiarito

Martedì 19 Ottobre 2021
Samuele Donatoni, sacrificio non ancora del tutto chiarito
CERIMONIA
ROVIGO Un ricordo che non si affievolisce ed una celebrazione che mantiene aperte le tante domande che non hanno avuto piena risposta. Ieri, a 24 anni dalla morte dell'ispettore del Nucleo operativo centrale di sicurezza Samuele Donatoni, rodigino nato a Canaro, ucciso durante una sparatoria nel corso di un agguato notturno in Abruzzo, a Riofreddo, che era stato teso ai rapitori dell'imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini si è tenuto un momento commemorativo davanti al monumento ai caduti della polizia, affiancato dalla grande lapide di marmo bianco che si trova al fianco della scalinata d'ingresso della Questura, nella quale si riporta la motivazione della medaglia d'oro al valor civile, che nel 1998 il presidente della Repubblica ha conferito alla sua memoria. Alla cerimonia, che si è aperta con la deposizione di una corona d'alloro, hanno preso parte, oltre a numerosi colleghi ed ai familiari di Donatoni, il viceprefetto vicario Rosa Correale, il questore Raffaele Cavallo, il vicepresidente vicario della Provincia Antonio Laruccia, il sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo ed il nuovo sindaco di Canaro Alberto Davì.
IL RICORDO
«Samuele ha dato la propria vita per salvare un'altra vita», ha sottolineato nell'omelia della messa celebrata all'interno della Questura il cappellano della polizia don Gianni Vettorello. Se i responsabili del rapimento sono stati poi arrestati e processati, con sentenze passate in giudicato, per quanto riguarda l'uccisione di Donatoni la vicenda giudiziaria non si è ancora chiusa. Due sentenze, della I Sezione della Corte d'Assise e della Corte d'Assise d'Appello di Roma, ritennero che ad uccidere l'Ispettore Donatoni fosse stato il kalashnikov di Mario Moro, il capo della banda di rapitori. Tuttavia nel processo ad un altro dei rapinatori, Giovanni Farina, fu accertato che lo sparo era partito da una Beretta in dotazione ai Nocs. Sentenza poi confermata in appello ed in Cassazione.
NUOVO PROCESSO
In seguito a questo, nel 2007 furono indagati per omicidio colposo e falsa testimonianza Stefano Miscali e Claudio Sorrentino, ma il pm ne chiese l'archiviazione vista a prescrizione ormai imminente, cosa poi avvenuta. Tuttavia il giudice per le udienze ha disposto ulteriori indagini, decidendo poi il rinvio a giudizio dei due poliziotti per i reati non ancora prescritti di calunnia pluriaggravata e falsa testimonianza aggravata. Il processo è aperto davanti alla V Sezione Penale del Tribunale di Roma e l'udienza nella quale è prevista la discussione e, quindi, la probabile sentenza è prevista per il 22 novembre prossimo.
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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