Oltre settecento sanitari e operatori non hanno fatto la vaccinazione Covid

Mercoledì 28 Luglio 2021
IL PROBLEMA
ROVIGO In attesa di capire come verrà definita la questione dei sanitari non vaccinati, i numeri fanno capire che la situazione non è di poco conto. In Polesine si tratta di 720 persone, fra quanti esercitano professioni sanitarie e altri operatori classificati di interesse sanitario. Il numero emerge dal report realizzato dalla Regione con i dati per ogni singola Ulss. E solo l'Ulss 4 Veneto orientale, che copre una fetta della provincia di Venezia, ha numeri più bassi della provincia di Rovigo. In tutto il Veneto si tratta di ben 18.766 non vaccinati in ambito sanitario o parasanitario, 2.574 dei quali sono medici, mentre 4.480 sono infermieri e 6.106 fra Oss e altre figure tecniche.
I NUMERI
A livello di Ulss 5, invece, sono 84 i medici residenti in provincia che risultano non vaccinati, il numero più basso di tutte le Ulss, con la 9 che ne conta ben 685. Gli infermieri polesani che ancora non hanno ricevuto nemmeno una dose, invece, sono 220, mentre gli Oss e altre figure tecniche 208, i veterinari 13, i farmacisti 30, i chimici e fisici attivi in ambito sanitario 7, i biologi 15, le ostetriche 6, gli psicologi 46 e 63, infine, i vari tecnici sanitari e terapisti.
Secondo quanto spiegato la settimana scorsa dal direttore amministrativo dell'Ulss Polesana Urbano Brazzale, i casi di dipendenti diretti di quest'ultima, sottoposti alla valutazione dell'apposita commissione, risultavano essere 72. «Le verifiche degli specialisti daranno il responso su esistenza di cause di differibilità o su patologie tali da rendere sconsigliato il vaccino. Rispetto al centinaio dei giorni scorsi, una parte si è vaccinata e una ha visto riconosciuta la differibilità, per esempio donne in gravidanza. Le maglie sono abbastanza larghe perché si è tenuto conto del bilanciamento di interessi fra lasciare a casa gli operatori non vaccinati e garantire l'assistenza in un momento di carenza di personale».
APPELLO A INTERVENIRE
Nei giorni scorsi il presidente della Regione Luca Zaia aveva parlato di un congelamento delle sospensioni. Tuttavia, in modo unanime, a ribadire «il pieno appoggio in merito all'obbligo vaccinale per tutti i sanitari, sancito dal DL 44/2021, convertito nella legge. 76/2021 recentemente richiamato dal presidente del Consiglio Mario Draghi», sono gli ordini dellepProfessioni sanitarie del Veneto: Medici Chirurghi e Odontoiatri di Belluno, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza; Infermieri e Infermieri pediatrici; Farmacisti; Biologi; Veterinari; Psicologi; Ostetriche; Chimici e Fisici sanitari; Tecnici sanitari di Radiologia medica e Professioni sanitarie tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione. Nella nota, gli Ordini esprimono l'unanime «preoccupazione e dissenso in merito alle dichiarazioni della Regione sul congelamento delle sospensioni dei sanitari per motivi organizzativi che non hanno adempiuto a quanto previsto dalla norma. Ringraziano l'assoluta maggioranza dei loro colleghi che con senso di responsabilità hanno ottemperato alla legge e si sono vaccinati rispettando il mandato di tutela del paziente a loro affidato. Chiedono alla Regione una immediata inversione di rotta, senza cedimenti a ricatti o pressioni posti in essere da una piccola minoranza di soggetti, e l'applicazione della sospensione dal servizio in presenza o lo spostamento dal contatto diretto con soggetti fragili, come previsto dalla normativa nazionale».
Questa sera, intanto, in piazza Vittorio Emanuele a Rovigo si terrà una manifestazione contro il Green pass.
F. Cam.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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