Multe in borghese, inchiesta tra i vigili

Mercoledì 23 Gennaio 2019
Multe in borghese, inchiesta tra i vigili
POLIZIA LOCALE
ROVIGO «Buttare fango addosso alla gente non va bene: se quel vigile ha le prove di ciò che dice vada in Procura, chi ha commesso quegli abusi è giusto che sia punito». È un commento estremamente duro quello dell'assessore alla Sicurezza Stefano Falconi, che si scaglia contro la polemica di questi ultimi giorni sul metodo con cui sarebbero elevate le contravvenzioni da parte della Polizia Locale. Nei giorni scorsi un agente della Polizia locale, rimasto anonimo, avrebbe rivelato che lui e alcuni suoi colleghi si muoverebbero per le strade di Rovigo fuori dall'orario di lavoro, in borghese e senza auto di servizio, per rilevare le targhe dei veicoli parcheggiati irregolarmente per poi scegliere, una volta rientrati al comando di via Oroboni, se comminare o meno la sanzione, su disposizione del comandante Giovanni Tesoro.
INCHIESTA INTERNA
Un'accusa rivolta all'intero comando che ha scatenato un putiferio e che probabilmente si tradurrà in un'inchiesta interna per rintracciare chi ha divulgato tali informazioni. Falconi ieri mattina si è incontrato con il comandante Giovanni Tesoro per una riunione che non verteva su tale questione, che è stata comunque affrontata. «Il comandante mi ha detto che non ha mai autorizzato questi comportamenti fa sapere l'assessore Quello che secondo me è grave è che possa essere stato commesso un abuso d'ufficio, perché se questo vigile ha fatto davvero quanto ha detto va punito. Se, invece, ritiene di dire la verità, che vada immediatamente a fare denuncia e a riferire al sindaco». Il fatto che, secondo Falconi, ha dello scandaloso è che questo vigile abbia eventualmente rivelato delle falsità per gettare discredito sul comando di via Oroboni. Elevare contravvenzioni in borghese, infatti, è consentito dal Codice della Strada: l'articolo 12 spiega chiaramente che basta che il rappresentante delle forze dell'ordine abbia con sé il distintivo e sia in servizio.
CONTROLLI IN BORGHESE
Ma Tesoro ha spiegato che non sono mai stati eseguiti controlli in borghese, se non per indagini che non hanno nulla a che fare con il pattugliamento delle strade. Questo clima di caccia alle streghe all'interno del comando di Tesoro non è assolutamente un bene, perché gli attriti potrebbero produrre un potenziale rallentamento dell'operato e già gestire i compiti di polizia amministrativa, giudiziaria e di polizia stradale in appena 34 persone, sulle 51 previste per legge, è davvero complicato. A questo, poi, si aggiunge il processo a carico di Tesoro per peculato, nonostante la quasi totalità delle originarie accuse siano decadute, sta procurando notevoli grattacapi, visto che alcuni consiglieri di opposizione ne chiedono la rimozione dall'incarico, anche se per cinque volte la giustizia ha respinto la richiesta di misure cautelari avanzata dalla Procura per il dirigente.
A.Luc.
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