In Comune inchiesta sulle schede ritrovate

Martedì 21 Maggio 2019
In Comune inchiesta sulle schede ritrovate
IL CASO
ROVIGO È davvero un giallo il rinvenimento di due schede elettorali in mezzo al cantiere di demolizione dell'ex biglietteria di piazzale Di Vittorio. Ieri mattina gli uffici del Comune hanno iniziato una mini indagine interna per comprendere come mai due documenti del genere si trovassero in un luogo del genere, quando in realtà dovrebbero persino essere andati al macero. Giovedì pomeriggio due passanti, dando un'occhiata al cantiere di demolizione dello storico stabile vicino al parcheggio multipiano, rimasto chiuso al pubblico per ben 17 anni, hanno notato, appena oltre le barriere protettive, due schede di colore giallo, quelle utilizzate alle elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale del 2004. Una volta recuperate dalla Polizia locale e stabilito che non si trattava di due facsimile, solitamente realizzati in campagna elettorale dai candidati per promuovere la scelta del proprio nominativo, è stato verificato che non si trattava di un falso e che solamente una di queste recava il timbro del seggio e la firma del presidente. Attraverso queste indicazioni, l'ufficio elettorale di Palazzo Nodari, che cura la costituzione dei 56 seggi e la nomina di presidenti e scrutatori, sta verificando da quale seggio provenisse quella specifica scheda e rintracceranno gli addetti che all'epoca hanno curato le operazioni di voto.
PRESCRIZIONE
Ormai non si può più parlare di reati perseguibili, visto che sono passati 15 anni da quella finestra elettorale, ma vogliono almeno capire come possa essere accaduto questo. Le procedure relative allo scrutinio sono ormai le stesse da molti anni e ben collaudate. Una volta chiuso al pubblico il seggio, la prima operazione da compiere è proprio prendere le schede non utilizzate, sigillarle in una busta che viene immediatamente messa da parte e riconsegnata agli uffici elettorali. Il conteggio non può essere sbagliato, perché all'apertura del seggio, questo ha a disposizione un numero ben preciso di schede in base a quanti possono andare lì a votare, oltre a un certo quantitativo di schede di scorta. Nessuna scheda può essere trafugata, perché è vietato dalla legge, quindi quelle due che sono state rinvenute la scorsa settimana, potrebbero essere sfuggite ai controlli e portate fuori dal seggio per i più svariati motivi. Intercorso un periodo di alcuni anni, tutte le schede raccolte dopo il voto vengono mandate al macero e mantenuti solo i registri con le operazioni di voto.
A quelle elezioni del 2004, i due principali rivali erano il presidente uscente Federico Saccardin, all'epoca nell'Ulivo, e Renzo Marangon, a quel tempo della coalizione di centrodestra della Casa delle Libertà. A uscire vincente al primo turno è stato Saccardin. I due protagonisti non hanno commentato questo curioso ritrovamento, anche se hanno ammesso di avere sorriso ripensando a quella elezione e di non credere in alcun modo che possa esserci stato un qualche tipo di broglio, piuttosto pensano che qualcuno a quel seggio se le sia messe in tasca come ricordo di quell'esperienza.
A.Luc.
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