Fanghi sospetti: l'ultimatum della Provincia

Giovedì 26 Settembre 2019
ADRIA
Dalla Provincia parte un avviso ai proprietari dei fondi sui quali sono stati utilizzati i fanghi di Coimpo e il correttivo calcico di Agribiofer, ricordando le nuove norme in materia di interventi di bonifica, di ripristino ambientale e di messa in sicurezza delle aree destinate alla produzione agricola e all'allevamento. Obblighi di legge che prevedono, fra l'altro, limitazione della propagazione dell'inquinamento, presentazione di un piano di caratterizzazione all'autorità competente, caratterizzazione ed eventuale valutazione del rischio.
La pec è stata inviata alle aziende agricole Valnova, Paccagnella Gianni & C., Ballarin Carmen e Marchetti Luigi, oltre che ai Comuni di Adria e Villadose e a Procura, Carabinieri forestali, Regione, Arpav e Ulss.
A distanza di un lustro da quando è scoppiato il caso fanghi sporchi, con i vari filoni d'inchiesta che hanno interessato Coimpo ed Agribiofert, arrivano, quindi, indicazioni relative ai terreni interessati che, al momento, non si sa se siano o meno inquinati, tanto che la stessa Provincia li definisce «potenzialmente contaminati», e che in tutti questi anni sono stati regolarmente utilizzati per la produzione agricola.
RICHIESTA MINISTERIALE
Il 26 giugno Arpav aveva trasmesso una richiesta dell'Ispra, incaricato dal Ministero dell'Ambiente di quantificare il danno ambientale nell'ambito del processo sul traffico di rifiuti, sullo stato di avanzamento delle procedure di bonifica avviate dalla Provincia, su eventuali ordinanze sindacali di divieto di coltivazione, e gli esiti di eventuali caratterizzazioni nelle ulteriori 19 aziende agricole che risulterebbero essere state oggetto di spandimento dei fanghi. «In relazione all'attività investigativa eseguita dai Carabinieri Forestali di Rovigo - si legge nella comunicazione della Provincia - sui terreni agricoli utilizzati per lo sversamento di fanghi e/o correttivi delle ditte Coimpo ed Agribiofert, i cui esiti sono stati trasmessi con nota del 15 gennaio 2018, la scrivente avviava un procedimento amministrativo finalizzato alla bonifica dei terreni interessati. Quindi con le ordinanze 1846 e 1847 del 25 settembre 2018, la Provincia ordinava in primis alle ditte Coimpo ed Agribiofert, l'esecuzione delle analisi di caratterizzazione richieste. Le ditte succitate non ottemperavano alle ordinanze emesse. In base alle disposizioni normative, qualora i soggetti ritenuti presunti responsabili della contaminazione, non provvedano e non provvedano neanche i proprietari, intervengono provvedimenti sostitutivi».
OBBLIGHI PRECISI
Il proprietario del sito, si ricorda nella comunicazione dell'Area Ambiente di Palazzo Celio, «qualora rilevi un superamento della Concentrazione di soglia di contaminazione è comunque obbligato ad adottare le misure di prevenzione». Per questo, la Provincia «comunica che con decreto del Ministero dell'Ambiente del 1 marzo 2019, in vigore dal 22 giugno, sono stati fissati i limiti per le aree destinate alla produzione agricola e fissate le procedure che debbono essere seguite, nel caso di superamento di detti limiti (caratterizzazione, eventuale valutazione del rischio).
Francesco Campi
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