Dopo Fratta si apre il fronte di Ficarolo

Martedì 7 Aprile 2020
BOLLETTINO DELL'EPIDEMIA
ROVIGO L'onda non si ferma, anzi dopo qualche giorno di risacca sembra colpire più forte. Sono infatti 18 le nuove positività al Coronavirus emerse ieri, ben 8 delle quali riconducibili al lavoro ospedaliero o in strutture sanitarie, in particolare all'area chirurgica dell'ospedale di Rovigo e alla Casa Sacra Famiglia di Fratta, dove si sono sviluppate due delle più importanti catene di contagio registrate in Polesine, 6 persone sono risultate invece contagiate in ambito familiare, tre appartenenti allo stesso nucleo, mentre per altre 3 persone, fra le quali due anziane asintomatiche, non è stato possibile ricostruire il contatto con un caso positivo già noto.
IL FRONTE DI FICAROLO
Ma il contagio che solleva nuove preoccupazioni di giornata è quello di un 70enne ospite disabile degli Istituti Polesani di Ficarolo. Il virus, quindi, continua ad avanzare e ad aprire nuovi fronti anche in Polesine, che pur confermandosi la provincia con meno casi a livello veneto, deve comunque fronteggiare un'emergenza mai vista. E della quale, al momento, non si vede nemmeno la fine. Per questo il direttore generale dell'Ulss 5 Antonio Compostella continua a raccomandarsi di usare le massime precauzioni e di non abbassare la guardia. Anche in casa. «Una fetta consistente delle positività che stiamo riscontrando in questi giorni rimarca - è riconducibile a contatti domestici, microfocolai in ambito familiare, per i quali è difficile anche capire quando e come si sia trasmesso il contagio, perché probabilmente molti sono avvenuti prima ancora che emergesse la prima positività all'interno della famiglia».
I NUOVI POSITIVI
Rientrano in questa tipologia una 92enne, una 65enne e un 52enne tutti altopolesani e dello stesso nucleo familiare, due conviventi, nonché un 53enne mediopolesano, una 73enne altopolesana e una 36enne di Adria. Tutti erano già in isolamento domiciliare e restano in questa stessa condizione, ma rientrando ora nella cosiddetta sorveglianza attiva. Adriese anche una 46enne risultata positiva anche se non è stato possibile ricostruire contatti con casi positivi, così come per una 95enne di Rovigo e una 86enne altopolesana, entrambe asintomatiche e tutte in isolamento domiciliare. Sul fronte sanitario, invece, quattro le nuove positività riscontrate fra chi lavora all'interno dell'ospedale di Rovigo, tre infermieri, un 62enne mediopolesano e due rodigine 52enni, e una 40enne operatrice socio-sanitaria del Medio Polesine. Tutti lavorano nell'Area chirurgica dove era emersa la prima positività in un paziente già il 25 marzo ed erano già stati collocati in isolamento domiciliare. In tutto, i dipendenti dell'Ulss Polesana positivi al virus sono 13.
AMBITO SANITARIO
Sempre all'ambito sanitario afferiscono anche i contagi di una 35enne altopolesana, educatrice in una struttura in provincia di Mantova, e una 63enne rodigina, operatrice sanitaria in una struttura padovana. Due sono poi i casi ancora riconducibili alla Casa Sacra Famiglia di Fratta, due Oss, una 58enne mediopolesana e una 49enne altopolesana, entrambe già in isolamento. «Riscontri - spiega Compostella emersi nell'ambito degli screening nella struttura. È bene chiarire che i casi che vengono illustrati nel bollettino di giornata si riferiscono a tamponi eseguiti anche diversi giorni prima. Anche per questo, nonostante il numero importante di nuove positività dopo che ci eravamo abituati a cifre diverse, non si può parlare di un'impennata di un giorno rispetto a un altro. La cosa importante è mettere subito in isolamento i casi sospetti, anche prima del riscontro del laboratorio. Ed è fondamentale non dimenticare che siamo sempre nella fase acuta dell'epidemia, con tutte le conseguenze che ne derivano dal punto di vista di attenzione, responsabilità e rispetto delle regole».
IN ISOLAMENTO
Ad oggi sono circa 660 persone in isolamento e di queste 149 sono positive. I guariti restano fermi a 20, così come, fortunatamente, rimangono fermi a 7 i decessi. I ricoverati sono invece 42: 2 all'ospedale di Rovigo, in Malattie Infettive, e 40 all'ospedale Covid di Trecenta, 16 in area non critica, 12 in Terapia semintensiva e 12 in Terapia intensiva, fra i quali anche i due pazienti di Mantova e Bergamo.
Francesco Campi
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