Fiera, saltano Ortogiardino e Cucinare

Sabato 17 Aprile 2021
FIERE AL TAPPETO
PORDENONE La situazione ancora legata all'emergenza sanitaria ma soprattutto all'incertezza sulle possibili date di riavvio di eventi fieristici e convegnistici non ha lasciato alternative al vertice di Pordenone Fiere. Le manifestazioni Ortogiardino (la storica rassegna primaverile del florovivaismo) e Cucinare (la rassegna dell'enogastronomia di qualità) sono saltate e sono state spostate al prossimo anno.
ULTERIORE BOTTA
Una ulteriore botta tremenda che peserà tantissimo sul calendario fieristico del 2021 dopo il disastro causato da annullamenti e spostamenti di eventi nell'anno 2020. I due appuntamenti - la Fiera aveva pensato a una edizione speciale affiancandoli - per la metà di maggio saltano direttamente a meta febbraio 2022 (Cucinare) e alla prima settimana di marzo (Ortogiardino, al suo secondo stop). Spostate anche Pn Arte e Pn Antiquaria previste ugualmente a maggio: l'ipotesi di spostamento è alla seconda settimana di gennaio del prossimo anno.
MOLTI DUBBI
Rimane in calendario per giugno (ma con molti interrogativi e dubbi) la rassegna Radioamatore. Bisognerà attendere il prossimo decreto, ma da indiscrezioni pare che le fiere non possano ripartire prima di luglio. Il primo semestre, dunque, pare ormai andato in fumo. Lo stop alla Fiere, di fatto salvo una interruzione estivo-autunnale, prosegue dal primo lockdown del marzo 2020. Il personale della società di viale Treviso è in cassa integrazione a rotazione già dall'anno scorso. Ma a essere letteralmente in ginocchio è un'intera filiera legata alla Fiera e alle sue manifestazioni. L'indotto sull'economia del territorio è praticamente azzerato da oltre un anno. E a soffrire terribilmente è quella filiera di piccole e microimprese legate proprio all'allestimento dei padiglioni fieristici e di preparazione degli eventi.
FILIERA ALLO STREMO
Un comparto che nel territorio del Friuli occidentale ha una lunga tradizione e una forte presenza: sono infatti oltre quaranta le società che si occupano di allestimenti. Si tratta di imprese artigiane con due o tre soci-addetti che, volta per volta, si servono di personale a chiamata e con contratti di collaborazione. «È uno dei settori - fanno sapere da Confartigianato Pordenone - che in questo momento è forse più in difficoltà. Sono fermi da oltre un anno, tranne qualche settimana in cui però di fiere, nell'intero Nordest, se ne sono fatte davvero poche».
RICONVERSIONI
Più di qualcuno ha tentato una riconversione nei settori della tappezzeria o del legno-arredo. «Ma non è facile. Si tratta di sopravvivenza. Senza contare il fatto che - aggiungono dall'associazione degli artigiani - i ristori arrivati sono serviti il più delle volte a pagare solo le spese fisse». Una filiera che comprende anche le categorie dei fotografi e dei grafici che lavorano con gli installatori di stand e nella preparazione delle fiere. Un centinaio le microaziende artigianali stimate nella Destra Tagliamento, con almeno 500 o 600 operatori che ormai sono - come conferma L'Unione Artigiani che lancia un autentico grido di dolore - letteralmente alla canna del gas. E la grande preoccupazione della filiera fieristica è che alla fine del primo semestre di quest'anno (ormai considerato perso) una parte di queste piccole realtà produttive non ce la faccia più a ripartire.
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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