Processo all'ex vicesindaco: verso la prescrizione

Giovedì 11 Novembre 2021
Processo all'ex vicesindaco: verso la prescrizione
L'INCHIESTA
PADOVA È calata l'ombra della prescrizione sul processo ai danni dell'ex europarlamentare Iles Braghetto e degli altri due imputati. I reati contestati dall'accusa sono stati commessi nell'arco temporale dal 2011 al 2015. E la prima udienza del dibattimento davanti ai giudici del Tribunale collegiale è andata in scena solo ieri mattina. Parte dei reati è già andati in prescrizione il 26 settembre dell'anno scorso, mentre i principali saranno prescritti il 26 settembre dell'anno prossimo. L'accusa è di malversazione ai danni della Regione, falsa autocertificazione, calunnia e accesso abusivo ad un sistema informatico. Sul banco degli imputati oltre all'ex assessore regionale e nonché vicesindaco di Padova oggi di 68 anni, ci sono anche Marco Spiandorello, 54 anni, residente in città, e Giuseppe Turi, 65 anni, pure lui residente a Padova. Il terzetto era stato rinviato a giudizio dal giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Venezia Andrea Battistuzzi per la presunta allegra gestione del Centro di formazione professionale I.P.E.A. di San Donà di Piave, e dell'Agenzia Formazione Lavoro, con sede a Padova.
Ma per una curiosa questione procedurale il processo si celebra a Padova. Qualsiasi indagine sui reati informatici come l'accesso abusivo risulta infatti di competenza della Procura con funzioni di sede distrettuale. Diverso il ragionamento per la fase del giudizio che si radica invece nel tribunale in cui sarebbe stato commesso il reato informatico. Secondo l'accusa Braghetto e Spiandorello, nelle vesti di legale rappresentante e amministratore di fatto delle due agenzie, non avrebbero utilizzato in maniera corretta gli ingenti contributi erogati dalla Regione per lo svolgimento di corsi professionali dedicati ad estetiste e parrucchiere: 3,7 milioni di euro al Centro I.P.E.A. e 3 milioni all'Agenzia Formazione Lavoro tra il 2011 e il 2014.
Le risorse non sarebbero state adoperate per la gestione della scuola ma per spese personali, del tutto estranee all'attività dell'ente. I soldi sarebbero stati dilapidati in forniture ad imprese o soggetti che non avrebbero svolto alcun servizio in ambito formativo. Braghetto e Spiandorello avrebbero poi certificato il falso mettendo nero su bianco la circostanza che l'ente non aveva commesso violazioni in materia di contributi previdenziali ed assistenziali in favore dei lavoratori e di obblighi relativi al pagamento delle imposte. Equitalia ha accertato invece debiti per insoluti in entrambi i centri professionali.
I due imputati avrebbero infine presentato tre denunce in odore di falso per la sparizione di pc e documentazione contabile e amministrativa. Spiandorello deve inoltre rispondere, assieme a Turi, di accesso abusivo al sistema informatico dell'Agenzia delle Entrate, protetto da misure di sicurezza. Nei dettagli, ancora secondo l'accusa, per quando riguarda il Centro di formazione I.P.E.A. avrebbero ottenuto i seguenti contributi dalla Regione Veneto: 1 milione e 145 mila euro nel 2011, un milione e 49 mila euro nel 2012, un milione e 93 mila euro nel 2013, e 434 mila euro nel 2014, ma senza destinarli alla formazione professionale per lo svolgimento di corsi per la preparazione dell'attività lavorativa di estetista e parrucchiera. Stesso meccanismo, sempre secondo l'accusa, avrebbero attuato per l'Agenzia Formazione Lavoro con i seguenti fondi ricevuti dalla Regione Veneto: 1 milione e 21 mila euro nel 2011, 626 mila euro nel 2012, 941 mila euro nel 2013 e infine 496 mila euro nel 2014.
Marco Aldighieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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