La grande famiglia Oic stretta attorno a Ferro

Mercoledì 16 Marzo 2016
La grande famiglia Oic stretta attorno a Ferro
«Tu sei giovane come la tua fede e vecchio quanto il tuo dubbio, giovane come la confidenza in te stesso e vecchio quanto le tue ansie, giovane come le tue speranze e vecchio quanto il tuo abbandono. Dipende dall'animo, dal cuore. Fin quando il tuo cuore, il tuo animo ricevono messaggi di bellezza, di gioia, di vita, sia dall'ambiente, sia dall'uomo, sia dall'infinitoà tu sarai giovane. Questa è la missione dell'Opera Immacolata Concezione, la cultura che ci ispira, l'obiettivo dei nostri fondatori, l'impiego delle centinaia e centinaia di operatori e volontari verso le migliaia di ospiti di oggi e di domani: promuovere, quaggiù, messaggi di bellezza, di gioia, di serenità nelle relazioni della longevità e della non autosufficienza, per poterci poi ritrovare per sempre, lassù, con Chi ci ha donato la vita». Così il professor Angelo Ferro descriveva la filosofia dirompente per umanità e modernità cui è ispirata l'Oic, la grande struttura residenziale della Mandria concepita come dimora della longevità attiva. E ieri, che la grande famiglia Oic si è stretta, profondamente riconoscente, attorno all'ultimo dei suoi fondatori, morto domenica a 78 anni dopo lunga malattia, intensissima si è levata la preghiera rivolta all'anima buona, volenterosa, massimamente operativa ma anche magistralmente elegante e signorile dell'uomo e dell'imprenditore. Una preghiera intonata da una folla commossa di amici, dipendenti, colleghi dell'accademia e del mondo dell'impresa, del volontariato e del no-profit, anziani ospiti e giovani atleti, raccolti nella Chiesa Madre di Dio al complesso Civitas Vitae dell'Oic attorno alla bara del professore, scomparso troppo presto, quando aveva ancora molto da dire e da fare. «La Fondazione Oic prosegue nel percorso tracciato dai suoi fondatori, con intatta tensione morale e rafforzata progettualità innovativa, per rendere reale il sogno di Angelo Ferro di una società inclusiva e orientata al bene comune»: questa la chiara promessa di chi è rimasto. «Un uomo di profonda sensibilità e rara umanità, un maestro di vita - lo rimpiange il presidente della Camera di Commercio di Padova, Fernando Zilio - che nel suo cammino, sin da giovane, non ha mai fatto mancare un altissimo senso di coerenza etica, civile e imprenditoriale. Per lui l'essere imprenditore non si coniugava necessariamente con il profitto; dobbiamo essere grati al professor Angelo Ferro per la sua immensa opera sociale e umanitaria, capace di inventare e dare vita a un posto straordinario unico in Italia: il centro Civitas Vitae di Padova». Per il magnifico rettore dell'Università di Padova Rosario Rizzuto, la città perde un imprenditore e un uomo illuminato, «che ha vissuto al servizio dei più deboli, con grande visione e generosità umana, una persona positiva e propositiva, aperta al dialogo e all'ascolto, per cui ho sempre provato affetto e simpatia». Anche Unindustria Treviso, per bocca della sua presidente Maria Cristina Piovesana, si stringe alla moglie Sergia Jessi Ferro: «Perdiamo un'esemplare figura di imprenditore, esempio di innovazione e di forte senso di responsabilità sociale, profondamente ancorato ai valori cristiani. È stato un riferimento anche per Unindustria Treviso, con la quale aveva un saldo rapporto associativo e un rapporto di reciproca amicizia e fiducia. La sua figura e il suo percorso umano e professionale ci saranno da modello anche in futuro, per aver saputo anticipare con capacità di visione e lungimiranza la direzione in cui andrà ad evolvere l'impresa più avanzata». Dopo l'addio del «suo» Oic, oggi alle 15 in Duomo a Padova sarà invece la città tutta a salutare per l'ultima volta Angelo Ferro. I funerali saranno celebrati dal vescovo Claudio Cipolla. La salma verrà poi tumulata nella cappella di famiglia, al cimitero di Este.

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