Deda-Catajo all'ultimo atto Decide il Consiglio di Stato

Mercoledì 9 Giugno 2021
DUE CARRARE
Nessun colpo di scena. Bensì qualche settimana di attesa prima di scrivere la parola fine a una vicenda lunga 27 anni. Questo emerge dall'udienza del Consiglio di Stato di ieri sul ricorso che la società Deda, già amministrata da Leonardo Antonio Cetera, ha intentato contro l'apposizione del vincolo di inedificabilità nell'area del Catajo. Un ricorso respinto dal Tar del Veneto e che ora si avvicina alla definitiva resa dei conti sull'annosa vicenda del centro commerciale di Due Carrare. «Siamo fiduciosi» ha affermato speranzoso l'avvocato Davide Furlan, legale delle associazioni ambientaliste, del commercio, dell'agricoltura e dello stesso Castello del Catajo, intervenuti in ricorso a fianco del Ministero.
«Si è tenuta la discussione che ha sostanzialmente riguardato l'idoneità della motivazione posta a sostegno del vincolo, oggetto che rappresenta il cuore della controversia dettaglia Furlan - Non sono emersi elementi diversi o nuovi rispetto agli aspetti già trattati per iscritto, quindi sono state ribadite le tesi sugli aspetti centrali. Si sono susseguiti gli interventi degli avvocati a fronte dei quali il Collegio ovviamente non si sbilancia, ma trattiene la causa per deciderla. Restiamo, così, in attesa della pubblicazione, che supponiamo avvenga tra qualche settimana».
«Il fatto che non siano emerse novità ci fa ben sperare sulle decisioni che saranno prese sottolinea cautamente ottimista Annachiara Capuzzo, la portavoce del comitato spontaneo La nostra Terra, a sostegno del Ministero nella resistenza - Non sono emersi punti deboli rispetto alla prima sentenza, quindi speriamo le carte parlino come fatto finora a favore del Ministero senza che vi siano le basi per rovesciare la sentenza». Interviene anche il portavoce dell'opposizione in Consiglio regionale Arturo Lorenzoni: «Finalmente potrebbe venire stoppato definitivamente un progetto che nulla c'entra con la campagna di pregio a ridosso dei Colli Euganei e che è obsoleto rispetto al commercio moderno, che vede contrarsi i grandi centri e valorizzare le piccole presenze di qualità sul territorio».
Iris Rocca
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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