Tabaccaio condannato, bufera sul giudice. L'Anm: «Attacco inqualificabile»

Sabato 30 Gennaio 2016
Tabaccaio condannato, bufera sul giudice. L'Anm: «Attacco inqualificabile»
La sentenza ai danni del tabaccaio di Civè di Correzzola, Franco Birolo, ha scatenato la rabbia degli internauti. I due anni e otto mesi inflitti al commerciante padovano per l'uccisione del ladro moldavo e il risarcimento di 325 mila euro a madre e sorella del malvivente morto, ha prodotto un attacco mediatico contro il giudice Beatrice Bergamasco. Una raffica di insulti sul web, sfociati addirittura in minacce di morte. Troppo, tanto da costringere l'Anm (associazione nazionale magistrati) del Veneto a scendere in campo in favore della collega, che ieri mattina nel suo studio al secondo piano del tribunale di Padova non ha voluto lasciare dichiarazioni. "Beatrice Bergamasco - si legge nella nota dell'Anm - è vittima di una inqualificabile quanto ingiustificata aggressione mediatica, osservando che ha svolto il proprio dovere in autonomia e indipendenza, applicando la legge, senza farsi condizionare dal clima fazioso. Manifesta profonda indignazione per i volgari e beceri commenti nei confronti del giudicante comparsi su Facebook e sul altri forum, i quali dimostrano come la vicenda venga utilizzata senza alcuno scrupolo e vergogna per delle evidenti finalità politiche che nulla hanno a che vedere con l'esercizio del diritto di critica finalizzato a contribuire alla corretta amministrazione della giustizia". Non la pensa così invece il sindaco di Padova, Massimo Bitonci, che ha espresso la sua massima solidarietà a Franco Birolo. «Quando ti entra un delinquente in casa, non puoi chiedergli se ha un'arma, o se ti ammazza a mani nude. Dovesse capitare a casa mia, non avrei nessun problema a ripetere quello che ha fatto Birolo per difendere la famiglia che è sacra. Per quanto ci riguarda - ha terminato - non abbandoneremo il tabaccaio e, se sarà d'accordo, non è escluso che si lanci una raccolta fondi per aiutarlo a pagare le spese legali e il risarcimento ai congiunti del moldavo». Vicinanza al tabaccaio di Civè di Correzzola è arrivata anche dal governatore del Veneto, Luca Zaia. «Come scriveva Rousseau nel contratto sociale, è il Popolo che delega le Istituzioni a rappresentarlo. Il sentimento popolare della legittima difesa va quindi riconosciuto fino in fondo, ma in Italia leggi confuse e colabrodo non vanno certo in questa direzione e così ci troviamo di fronte a situazioni come quella di Birolo o quella, finita in tragedia, di Ermes Mattielli». E ancora «... É inutile discutere all'infinito sulla Magistratura perché il problema sono le leggi. Va immediatamente ripresa in mano quella sulla legittima difesa in modo che sia chiaro che, se entri a casa mia suonando e chiedendo permesso sei il benvenuto, se lo fai sfondando la porta devi sapere che dietro può esserci una brava persona che difende sè stessa, i suoi beni, la sua famiglia...». E poi in favore di Birolo si è schierato anche il presidente del consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti: «Se lo Stato non è in grado di garantire la sicurezza dei cittadini, non può nemmeno imporre pene sproporzionate a chi, aggredito, si difende da criminali patentati». Oggi sono state organizzate due manifestazioni in favore del tabaccaio: a Correzzola alle 11.30 la Lega Nord in conferenza stampa annuncerà un'iniziativa pro Birolo e alle 12 davanti al tribunale di Padova ci sarà un sit-in del movimento Fratelli d'Italia-An.

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