Sano per il mutuo ma il suo cliente era terminale: agente nei guai

Sabato 20 Luglio 2019
L'INCHIESTA
BELLUNO Nelle carte per ottenere il prestito risultava sano, ma era malato terminale e è morto dopo poco: la famiglia si è ritrovata sulle spalle un maxi-debito. È l'insidiosa truffa nascosta nella proposta di rinegoziazione di cessione del quinto in cui è caduto, a sua insaputa, un pensionato 72enne di Longarone. Alla morte del loro congiunto i famigliari hanno scoperto che non c'era alcuna assicurazione che copriva il mutuo: i soldi per il saldo del debito dovevano versarli loro. Una cifra da capogiro: 28mila euro. Una vicenda su cui hanno fatto luce i carabinieri del Nucleo Investigativo provinciale, guidati dal maggiore Marco Stabile, che hanno smascherato il broker furbetto. Aveva convinto l'anziano a rinegoziare parlando di tassi migliori, ma di fatto aveva acceso un nuovo mutuo. Si tratta del 36enne Alessandro Belloni di Vigonza (Pd), che va verso il processo per truffa aggravata. Lui però ha sempre respinto le accuse, sostenendo che tutto era regolare.
LE INDAGINI
Le indagini dei carabinieri, illustrate ieri dal vicecomandante provinciale, Marco Stabile, al Comando di viale Europa, erano partite dalla denuncia dei famigliari del 72enne deceduto. Chiedevano di indagare per presunta usura e truffa. Era ottobre 2017. La coppia di anziani, lei 70enne e lui 72enne, erano stati contattati dall'agente con la proposta di rinegoziare il prestito e di ottenere tassi migliori e conseguente liquidità. Il pensionato infatti aveva in atto una cessione del quinto con Prestinuova, società del Gruppo Banca Popolare di Vicenza. In realtà la procedura era quella di chiudere quel mutuo e di aprirne uno nuovo con Banca Progetto spa di Milano.
IL CONTRATTO
Nei due incontri lampo nella casa a Longarone l'agente si sarebbe occupato della documentazione, compresa la compilazione di una autocertificazione in cui il pensionato, che era ormai malato terminale sotto chemio, attestava di non soffrire di alcuna patologia. Una carta che poi il 72enne ha firmato senza nemmeno leggere. E sempre a sua insaputa viene chiuso il mutuo con Prestinuova, e aperto quello con la Banca Progetto con un guadagno netto per l'agente di oltre 4mila euro di commissione. Alla famiglia 7mila euro di liquidità (che effettivamente sono stati accreditati, ma che erano i soldi già versati dal pensionato a Prestinuova). Dopo 3 mesi l'uomo muore e alla famiglia arriva il conto da 28mila euro (l'assicurazione che viene stipulata obbligatoriamente nella cessione del quinto estingue il debito con la morte). Chiedono di indagare: l'usura non è stata accertata, la truffa sì. L'agente è stato rinviato a giudizio e affronterà il processo a Belluno (nessuna responsabilità invece della Banca Progetto di Milano). I carabinieri stanno spulciando anche gli altri 78 contratti fatti in Veneto: sembrano regolari.
Olivia Bonetti
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