Il colloquio ruvido con la cancelliera Angela Merkel, le liti con il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, l'«aggressione» del leader dei conservatori tedeschi Manfred Weber, hanno convinto Matteo Renzi a prendere l'iniziativa. Per non restare stritolato. E per incassare quella flessibilità sui conti pubblici indispensabile con cui tagliare le tasse e arrivare alle elezioni del 2018 «con tutte le promesse mantenute». Tant'è, che da qualche giorno, il premier italiano ha cominciato a tessere la sua tela. Obiettivo: cambiare la geografia politica dell'Unione saldando nuove alleanze e un fronte anti-rigore in nome della crescita, in vista del redde rationem con la Commissione previsto a maggio.
Così ieri, su richiesta del presidente francese, Renzi ha sentito Francois Hollande. La telefonata è durata meno di mezz'ora, toccando temi come la lotta al terrorismo e la Libia. Al termine del colloquio, palazzo Chigi ha garantito che i due leader «hanno condiviso la necessità di una politica economica centrata sulla crescita e l'occupazione». Tanto da studiare «un'Agenda comune per lo sviluppo». Ed è filtrata anche la richiesta di Renzi di non essere escluso da nuovi vertici Hollande-Merkel. «L'Italia, dopo le riforme fatte e aver messo in ordine i conti», ha fatto presente il premier, «merita un ruolo guida al pari di Francia e Germania».
Così ieri, su richiesta del presidente francese, Renzi ha sentito Francois Hollande. La telefonata è durata meno di mezz'ora, toccando temi come la lotta al terrorismo e la Libia. Al termine del colloquio, palazzo Chigi ha garantito che i due leader «hanno condiviso la necessità di una politica economica centrata sulla crescita e l'occupazione». Tanto da studiare «un'Agenda comune per lo sviluppo». Ed è filtrata anche la richiesta di Renzi di non essere escluso da nuovi vertici Hollande-Merkel. «L'Italia, dopo le riforme fatte e aver messo in ordine i conti», ha fatto presente il premier, «merita un ruolo guida al pari di Francia e Germania».