Caso cerva morta: «Nessun veterinario per i selvatici»

Mercoledì 27 Gennaio 2021
IL CASO
BELLUNO Sono ormai due anni che manca il soccorso veterinario per i selvatici agonizzanti in provincia. Nel 2018 l'Usl cessò l'intervento dei veterinari pubblici sugli ungulati investiti e la Provincia tentò due volte di avviare un servizio veterinario, con due bandi di gara, ma entrambi andarono deserti. Ora il buco nei soccorsi diventa un caso, dopo il decesso della piccola cerva recuperata nella neve domenica dalla protezione civile ad Auronzo e poi deceduta.
GLI INTERROGATIVI
Come è morta la piccola cerva ad Auronzo di Cadore? L'ungulato, stremato per la fame e il freddo, dopo essere stato tirato su dal torrente dalla Protezione civile di Auronzo, non era ferito e si reggeva in piedi. Alcune persone se ne sono prese cura. Tra queste una donna che, dopo averle appoggiato una coperta ed esserle stata vicina a lungo, è andata a casa a cambiarsi, ma quando è tornata la cerva non c'era più: solo una scia di sangue. Se ne parla quasi come di un giallo, ma la questione vera e determinante l'ha sollevata la consigliera comunale di Stefano di Cadore, Francesca Dellamore, che ha inviato una nota con una serie di interrogativi. Si è chiesta se le condizioni dell'animale siano state al vaglio di un veterinario, così come prevede la normative del regolamento di Palazzo Piloni. «È legittimo - chiede - che lo stato di salute di un selvatico venga valutato senza la presenza di un veterinario e che l'eventuale soppressione sia effettuata non da un veterinario? In caso affermativo, il personale incaricato deve sostenere dei corsi specifici? In caso negativo, nella circostanza in questione, era presente anche un veterinario?».
IL SERVIZIO
Nella pagina Recupero fauna selvatica del sito della Provincia di Belluno, fa notare la consigliera si legge: «In base all'articolo 5 della legge Regionale 50/93 chiunque rinvenga capi di fauna selvatica morti, feriti o in difficoltà è tenuto a dare comunicazione alla Provincia competente per territorio entro 24 ore. La Provincia svolge le funzioni relative, mediante la Polizia provinciale. Tale attività si effettua in seguito al rinvenimento diretto da parte degli agenti o per segnalazione da parte di terzi e consiste nella raccolta di animali feriti, menomati, denutriti o morti e del trasporto presso una struttura specializzata nelle cure veterinarie, nel ricovero e nella riabilitazione». Il consigliere delegato di Palazzo Piloni, Franco De Bon ha già chiesto di vedere il report che gli agenti della provinciale forniranno sull'accaduto.
LA POLITICA
La storia è venuta alla luce grazie ad un post dell'assessore regionale, Gianpaolo Bottacin, contro cui si è scagliato il consigliere regionale Pd, Andrea Zanoni, gli ha chiesto di «far chiarezza sulla cerva morta. Purtroppo la storia raccontata su Facebook dall'assessore Bottacin, dove lodava il soccorso della Protezione Civile, non ha avuto un lieto fine, perché l'animale poi è morto in circostanze oscure. È un episodio su cui va fatta piena luce». Immediata la replica dell'assessore Bottacin: «I volontari di protezione civile di Auronzo hanno soccorso e recuperato l'animale e hanno immediatamente avvisato i carabinieri forestali e la polizia provinciale a cui lo hanno consegnato vivo, secondo quanto previsto dalle normative. Ricordo a Zanoni che né i carabinieri né la polizia provinciale dipendono dal mio assessorato o dalla Regione».
Federica Fant
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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