Addio a Ginetta Ramonda, prima capitana d'impresa del Nordest: aveva 85 anni

Diede avvio all'azienda nei primi anni Sessanta ad Alte Ceccato con i fratelli Beppo e Maria

Giovedì 28 Luglio 2022 di Gigi Bignotti
Ginetta, a destra, a fianco con il fratello e Maria
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ALTE CECCATO (Vicenza) - La lunga malattia alla fine l'ha sconfitta nonostante le cure amorevoli della nipote medico, Roberta, e di un'equipe sanitaria di prim'ordine dell'Uls 8 di Lonigo: è mancata ieri - 27 luglio - Angela Ginetta Ramonda, una delle prime capitane d'impresa del Nordest. Fu lei a fine anni 50, insieme alla sorella maggiore Maria e al fratello Beppo, a trasformare la bottega dove si vendevano scampoli e fazzoletti in quella che diventerà una impresa - Sorelle Ramonda - con 60 grandi centri di vendita sparsi per l'Italia e l'Austria, 1500 dipendenti, 1300 fornitori, un fatturato che superava i 350 milioni di euro.

Tutta la famiglia è sempre stata coinvolta nell'azienda, tra nipoti e pronipoti sono un centinaio e tutti hanno partecipazioni nelle varie società.

Ginetta aveva 85 anni e viveva  nel Vicentino, col marito Giovanni Baggio. Dalla loro unione sono nati i tre figli Francesca, Valeria e Nicola che gli daranno l'ultimo saluto domani, venerdì 29, nella parrocchiale di San Michele a Brendola. Aveva anche una schiera di nipoti che adorava. La nipote Roberta Ramonda, dottoressa dell'Ulss 8, l'ha assistita fino all'ultimo.

La sorella maggiore  Maria era mancata il 14 ottobre del 2020 a 94 anni. Nel 1954 la famiglia, che all’epoca abitava a Rosà, aveva rilevato un negozio di scampoli e tessuti in quella che era una frazione di Montecchio Maggiore, Alte Ceccato, prorpio alla fine dell'autostrada da Milano. Da lì l'ascesa di una delle aziende  del fenomeno Nordest: il cordoglio ai Ramonda arriva anche da Luciano Benetton e dall'intero Gruppo di Ponzano che ne ricordano «il coraggio, la forza e la determinazione». Ma l'intero mondo imprenditoriale del Nordest ha espresso vicinanza ai familiari.

La ditta Sorelle Ramonda

«Che dura che xe stà - raccontava al Gazzettino rigorosamente in dialetto l'allora 80enne Ginetta il giorno del 94.mo compleanno di Maria, la maggiore - Con mia sorella siamo partite perché la voglia era tanta e si pensava solo al lavoro. Era un piccolo negozio, ma per allora era grande, c'erano clienti che venivano da tutte le parti. Bisognava metterci anima e corpo. Credo che al cinema non ci sono mai andata! Ed anche le vacanze le ho conosciute che ero già vecieta».

Tutto iniziò a Campagnola di Rosà. «Abitavamo vicino a un capitello della Madonna - chiarisce Ginetta -, dove mamma, tanti anni dopo, ha fatto costruire una chiesetta». Mamma Amelia era una donna bellissima e più che una contadina era una manager: riusciva ad allevare i suoi 8 figli guardando sempre lontano.  Papà aveva due campi e due vacche ed eravamo una famiglia contadina, come tante nel Veneto: quattro fratelli e quattro sorelle, tanto latte e tanta polenta. Però mamma aveva proprio il pallino del commercio e l'ha passato a Nanni che ha incominciato a commerciare polli su larga scala, andava al mercato di Milano a venderli».

L'autostrada Venezia-Milano 

«Ci vuole sempre un po' di fortuna. Il tratto - ammetteva Ginetta - in costruzione si fermava proprio ad Alte di Montecchio e la gente doveva uscire per prendere la statale per Milano e si fermavano al bar e davano uno sguardo alla nostra vetrina e molti entravano. Allora c'erano solo tessuti non ancora le confezioni. Era un sistema che si badava sulla fiducia, ricordo che quando ancora non avevo la patente sono andata a Milano per gli acquisti in un magazzino enorme, cominciarono a tirare fuori le pezze di tessuto per farmele vedere e io ordinavo. Capivo che quelli si chiedevano: Ma chi è questa ragazzina che compra tanta roba?. Pochi giorni dopo hanno recapitato la merce ordinata, mi avevano dato fiducia. Per la verità, abbiamo venduto tutto.

 

Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 10:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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