Francesco morto sul Garda, aveva lavorato alla pizzeria Pulcinella di Noale. Il titolare: «Sono sconvolto»

Sabato 22 Ottobre 2022 di Sara Zanferrari
Biagio Pellecchia e Francesco D'Aversa

NOALE - «Non ci posso ancora credere. Francesco mi aveva chiamato sabato scorso per dirmi che avrebbe avuto ferie, sarebbe tornato a Noale e voleva venire a trovarmi. Invece il destino ha scritto tutta un'altra storia. A parlare è Biagio Pellecchia, 30enne titolare della pizzeria Pulcinella, aperta nel 2018 a Noale, e dal 1. ottobre scorso trasferita in piazza XX settembre, quella appena riaperta in pieno centro a Noale dopo corposi lavori. È sconvolto, non si capacita dalla notizia del ritrovamento giovedì mattina dell'auto accartocciata sul ciglio di una strada nel veronese, con dentro i corpi dell'amico ventenne Francesco D'Aversa e di Sofia Mancini, che non si trovavano più da lunedì notte.

Si conoscevano molto bene Biagio e Francesco, un'amicizia nata fra forni e pizze, a Noale, non solo lavoro, ma tanto spirito di collaborazione, un colpo durissimo da mandare giù.

SPERANZA
«Ero in grande apprensione da quando avevo saputo che era scomparso assieme alla ragazza, ma speravo che fossero andati a farsi un giro, non pensi alla tragedia. Invece poi è arrivata la notizia, non ci posso credere, lo avevo appena sentito al telefono, lo stavo aspettando qui a giorni. Aveva lavorato nella mia pizzeria, ma non era solo un collega, era nata una vera amicizia. Voleva vedere mio figlio, che è nato da poco, ha 9 mesi, mi chiama e mi dice Non l'ho ancora visto, voglio vederlo, vengo a trovarti, ma non mettermi a lavorare, che ti conosco e mi dici vatti a cambiare! Scherzavamo sempre, c'era molta sintonia.
Francesco aveva lavorato un paio di anni nella pizzeria di Biagio e se ne era andato solo 8 mesi fa. Era stato Biagio in un certo senso a stanarlo: in quel periodo infatti Francesco, pur essendo figlio d'arte (il padre Pino fa il fornaio) lavorava in fabbrica, ma era un pizzaiolo fatto e finito, uno dei migliori. Biagio era in cerca di un pizzaiolo e aveva sentito delle sue capacità, e così lo ha incontrato in un bar e lo ha convinto a tornare a fare quel lavoro che già aveva fatto da ragazzino col padre e in altri locali.
«Sorridente, simpatico, spiritoso, una macchina da guerra, quando c'era tanto da lavorare lui correva ancora di più. Era preparato nei suoi compiti e non gli faceva paura il carico di lavoro, era un piacere collaborare insieme, spiega Biagio. Poi il trasferimento a Verona, qualche mese fa: E' venuto da me e mi ha detto che si trasferiva. Viveva col padre, col quale ci siamo conosciuti in giro per Noale, ma la situazione era cambiata, doveva pagare l'affitto e a Verona gli davano anche un alloggio. E poi al Don Peppe si prospettava una bella esperienza: hanno pizzerie a Verona, a Bologna, a Caserta, e una alla Nave de Vero a Marghera.

LA SINDACA ANDREOTTI
Scioccata anche la sindaca Patrizia Andreotti: Non lo conoscevo personalmente, ma la notizia sui giornali mi aveva colpita prima ancora di sapere del suo legame con Noale. Prima la notizia della scomparsa dei due ragazzi, ma vista la giovane età pensi che siano andati da qualche parte senza avvisare, e invece poi il tragico epilogo: due vite così giovani spezzate ti colpiscono, due giovani partono per una serata in compagnia, un futuro davanti e tutto finisce in modo improvviso e drammatico. L'amministrazione esprime grande vicinanza alla famiglia per un ragazzo che, sentendo le testimonianze in paese, avrebbe avuto molto da dare».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci