Mirano. Insulti razzisti alla barista, un giovane cliente la difende e viene picchiato. L'aggressore a processo

Domenica 25 Dicembre 2022 di Nicola Munaro
Aggressione barista, al via il processo
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MIRANO (VENEZIA) - Rinviato a giudizio per aver partecipato al pestaggio di un ragazzo intervenuto in difesa di una barista, coperta di insulti a sfondo razzista perché all'una di notte voleva chiudere il locale. È quanto deciso ieri mattina dal giudice dell'udienza preliminare Alberto Scaramuzza nei confronti di Pierluigi Badiello, ventiduenne di Mogliano Veneto (Treviso) assistito dall'avvocato Antonio Alessandri. Questo nonostante una lettera di scuse spedita alla vittima del pestaggio, un risarcimento da 9mila euro e il fatto che anche ieri, aggressore e aggredito, si siano stretti la mano davanti al gup prima dell'udienza.

Il processo, quindi, si farà anche se il pubblico ministero Christian Del Turco aveva chiesto in aula l'assoluzione del ventiduenne di Mogliano: la stessa vittima ha anche revocato la costituzione di parte cvile con l'avvocato Barbara De Biasi. Badiello - assolto ieri dall'accusa di concorso morale nel pestaggio - è stato l'unico giovane del branco di aggressori a venire identificato: gli altri sei componenti del gruppo sono sempre rimasti ignoti.

L'aggressione

Quella dell'ottobre del 2020 fu un'aggressione di gruppo: almeno quattro contro uno. La vittima, un ventiduenne di Santa Maria di Sala, stava rientrando a casa quando si trovò di fronte a una decina di giovani che stazionava all'esterno di un locale che la barista, di nazionalità cinese, aveva appena chiuso. Uno di loro stava inveendo contro la donna e il giovane di Santa Maria di Sala intervenne in sua difesa: fu aggredito da più persone e colpito al volto. Badiello fu l'unico ad essere individuato grazie alle telecamere di sicurezza. In questi mesi non ha fatto i nomi degli altri, ma ha sempre sostenuto di non aver colpito lui la vittima, che riportò ematomi e ferite al volto giudicate guaribili in dieci giorni. In aula dovrà difendersi dalle accuse di le tentate lesioni gravissime perché la barista raccontò che afferrò una bottiglia con l'intenzione di colpire il ventiduenne, ma fu bloccato. Una vicenda che aveva avuto una certa risonanza, avvenuta a due passi dalla piazza centrale di Mirano, uno dei luoghi cardine della movida notturna della città. Lo stesso sindaco dell'epoca, Maria Rosa Pavanello, aveva stigmatizzo l'episodio di violenza per cui dall'1 marzo verrà incardinato un processo in tribunale: un dibattimento che vedrà imputato un solo responsabile di quell'aggressione nata per futili motivi e costata un passaggio in ospedale a chi aveva solo avuto l'idea di difendere una barista dalle offese.

 

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