Sette barboni soci della biblioteca
per avere un tetto sulla testa

Domenica 12 Ottobre 2014 di Giorgia Pradolin
Un barbone sdraiato alla Querini
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VENEZIA - Se nella biblioteca di Villa Erizzo a Mestre un senzatetto tiene lontani gli sbandati, alla biblioteca della Fondazione Querini Stampalia di Venezia i barboni sono invece di casa. Sono sette, tutti tesserati da circa un paio d’anni, abituali frequentatori di quel luogo accogliente e pulito, riscaldato d’inverno e fresco d’estate, dove possono leggere la Gazzetta dello Sport al mattino, utilizzare i computer nel pomeriggio e schiacciare un pisolino nelle poltrone alla sera. Certo, le lamentele non mancano da parte degli altri utenti alla direzione, perché l’odore è spesso insopportabile e le situazioni igieniche degli homeless precarie, alcuni di loro entrano addirittura senza le scarpe, dopo aver camminato a piedi nudi per strada.



In questi anni la Fondazione ha cercato varie soluzioni al problema, come contattare la mensa di Betania per convincere questi ospiti a lavarsi, ma ad oggi non si sono visti miglioramenti. L’unica cosa certa, è il messaggio che si può leggere salendo le scale della Querini: «talent/um, tolerare», l’installazione luminosa dell’artista Joseph Kosuth che rispecchia la volontà della Fondazione di non discriminare nessuno dalla cultura, quindi nemmeno chi vive per strada, promuovendo la tolleranza tra situazioni e condizioni diverse.







Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 07:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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