VENEZIA - I pendolari dovranno attendere la prossima estate per poter salire sui nuovi “Minuetto” lungo le linee ferroviarie Adria-Mestre-Venezia, Rovigo-Chioggia e Rovigo-Verona.
LA GARA
Indetta all’inizio del 2022, la gara europea sembrava conclusa nel gennaio scorso, quando l’offerta economicamente più vantaggiosa era stata reputata quella di Trenitalia: 167 milioni di euro, grazie a un ribasso del 7,52%. Arriva aveva però chiesto prima l’accesso agli atti e poi l’annullamento dell’affidamento. Un duello tra colossi, che si erano già sfidati anche davanti all’Antitrust. Non a caso l’impresa del gruppo Deutsche Bahn aveva fatto presente ai giudici amministrativi che l’azienda della galassia Ferrovie dello Stato aveva ricevuto sei multe dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato per pratiche commerciali scorrette nei confronti dell’utenza e, in particolare, per abuso di posizione dominante in relazione al maxi-appalto per i servizi di trasporto ferroviario in Veneto indetto dalla Regione.
I RILIEVI
Si trattava di una «sanzione pecuniaria simbolica» di 1.000 euro, sulla quale è ancora pendente l’impugnazione, per una condotta che secondo Arriva avrebbe assicurato a Trenitalia «un vantaggio competitivo» tale da consentirle di «calibrare l’offerta con maggiore precisione e superare agevolmente gli altri concorrenti». Invece per il Tar la stazione appaltante e cioè Infrastrutture Venete, società controllata dalla Regione, ha correttamente «tenuto conto della natura delle violazioni, del tempo trascorso dalla loro commissione, del loro carattere non definitivo e della non immediata se non del tutto assente sovrapponibilità rispetto alla procedura in esame». Un altro rilievo riguardava il fatto che il parere sulla congruità del Piano economico finanziario di Trenitalia era stato predisposto da Ruggiero Pinto, un presente da dirigente del ministero delle Infrastrutture e un passato da sindaco effettivo del collegio di Trenitalia, il che avrebbe generato un conflitto di interessi secondo Arriva; ma il Tribunale ha osservato che quella carica è stata «ricoperta per il solo triennio dal 2007 al 2009, circostanza che impone di escludere, a distanza di ben 13 anni, la sussistenza di interferenze che possano giustificatamente compromettere la percezione di tale soggetto come figura terza». Quanto al merito del Pef, «le critiche rivolte da Arriva (neppure sostenute da un’adeguata disamina tecnica) non appaiono idonee a inficiare il positivo giudizio espresso dalla commissione di gara», hanno stabilito i giudici amministrativi di primo grado.
IL SERVIZIO
Ce ne sarà pure un secondo? «Spero che la questione si chiuda qui – ha commentato l’assessore regionale Elisa De Berti – fatto salvo ovviamente il pieno diritto di presentare ricorsi e appelli. Siamo contenti che siano state riconosciute le nostre ragioni. Adesso con Trenitalia e Infrastrutture Venete intendiamo migliorare il servizio quanto prima». Palazzo Balbi spererebbe di farcela prima del “Treno del mare”, quindi per giugno del 2024.
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