Venezia, allarme Unesco. Cacciari: «Tirino fuori i soldi prima di parlare a vanvera». Brunetta: «La città è tutelata»

Martedì 1 Agosto 2023
Massimo Cacciari con Renato Brunetta

VENEZIA - Mangiapane a tradimento. Ente inutile e costoso. Sparano giudizi senza conoscere e senza sapere. Come sempre va giù pesante nei giudizi Massimo Cacciari, filosofo, maître à penser, ex parlamentare e soprattutto sindaco di Venezia per tre mandati durante i quali ha conosciuto sia i fasti che le difficoltà nel gestire una città tanto complessa. «Procedono decretando pareri a destra e a manca, di cui è bene disinteressarsi - ha detto Cacciari - che tirino fuori i soldi per fare le opere che servono invece di parlare a vanvera. Come se Venezia avesse bisogno dell'Unesco per essere un bene dell'Umanità.

Il rischio di Venezia è legato a catastrofi naturali e climatiche che possano determinare l'innalzamento del livello del mare. Dopo di che - continua - certamente c'è una grossa pressione turistica, come del resto a Firenze o a Roma. Ma che vogliamo fare? L'economia italiana si regge per il 20 per cento sul turismo: cosa vogliamo fare, perdere anche quello dopo aver perso la chimica, l'elettronica, la meccanica, l'industria dell'automobile? Vogliamo perdere anche il turismo perché l'Unesco ci dice che è dannoso?».


VENEZIA CAPITALE
«Sull'Unesco mi tocca dirmi d'accordo con Cacciari». Renato Brunetta, presidente della Fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità, apre con una battuta. Che poi spiega. «Sono d'accordo con Cacciari, nel senso che non bisogna prendere alla lettera l'Unesco. Mi riservo di leggere e di confutare punto per punto le osservazioni fatte nel report di Parigi. Tuttavia a caldo alcune considerazioni mi viene da farle. Per quanto riguarda la salvaguardia rispetto ai cambiamenti climatici e all'innalzamento del mare - aggiunge - con il Mose l'Italia, con Venezia, è il Paese più avanzato in questo senso, tant'è che da tutto il mondo vengono a vedere il nostro modello». «Leggo poi - prosegue Brunetta - che l'Unesco vuole estromettere tutte le navi dalla laguna. Ma salvaguardia significa anche garantire l'economia e la salvezza antropica della laguna. Venezia ha sempre vissuto con il suo porto, con il mare ha sempre avuto un rapporto aperto. Andare contro le esigenze del porto significa andare contro la salvaguardia stessa di Venezia».


TURISMO
«Il turismo è un altro grande polmone economico: il problema semmai è di regolazione, qualitativo e di compatibilità con l'ambiente storico e con la residenza, problemi propri di tutti i centri storici del mondo. Ovunque il turismo di massa scaccia la residenza. Il problema c'è, Venezia lo sta cercando di risolvere e si risolve trovando alternative di reddito al reddito esclusivo del turismo. In definitiva - conclude Brunetta - Venezia è una delle città più tutelate e gestite, nonostante i disastri che ha vissuto in questi anni».

IL COMUNE
«Leggeremo con attenzione la proposta di decisione pubblicata dal Comitato per il Patrimonio mondiale dell'Unesco e ci si confronterà con il Governo, visto che è lo Stato la parte con il quale l'Unesco si relaziona».
Il Comune di Venezia prende tempo, aspetta che sia lo Stato (come è giusto che sia) a rispondere. Anche perché per anni e anni i finanziamenti della Legge Speciale sono stati tagliati dallo Stato ritenendo che fosse sufficiente dirottare ingenti risorse sul Mose. Adesso che gli ultimi finanziamenti (fatti ripristinare dal sindaco Luigi Brugnaro) stanno per scadere il Governo e il Parlamento dovranno pronunciarsi sulla richiesta del Comune: 150 milioni l'anno per 10 anni.
M.F.

Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 10:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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