Truffatori dentro la chiesa, il parroco li fotografa: «Giusto diffondere i loro volti»

Venerdì 17 Marzo 2023 di Davide Tamiello
Una delle immagini scattate da don Roberto Donadoni, con il sospetto girato verso l'esterno

VENEZIA -  «Credo che pubblicare le foto di queste persone sia un’informazione utile. Penso sia importante dare la possibilità ai turisti o a chi entra in chiesa di sapere preventivamente con chi hanno a che fare e come comportarsi di conseguenza». Don Roberto Donadoni, parroco di San Zulian, San Moisè, San Salvador e San Zaccaria, non abbassa la guardia e rilancia.

Nelle sue chiese hanno iniziato a ripresentarsi i finti sordi. Una piaga che va avanti ormai da anni, anche se negli ultimi tempi sembravano essere spariti (o quasi) dalla circolazione. «Si erano fatti vedere di nuovo ai primi di febbraio, ma erano in pochi. Con il Carnevale, un po’ alla volta, sono tornati ai numeri di prima, con una presenza decisamente massiccia». Funziona così: entrano in chiesa, mostrano le loro cartelle, fingono di far parte di un’associazione che si occupa di persone sordomute. Fanno firmare una carta (falsa) e poi chiedono un’offerta. «Aspettano il momento in cui io o il sacrestano non siamo presenti e si mettono all’opera - continua Don Donadoni - sanno come fare: sono gentili, affabili. E quando il turista si avvicina per dar loro 5 euro riescono a mettergli le mani nel portafoglio». In passato aveva subito pesanti minacce da questi personaggi. Il copione non è cambiato. «Ieri (giovedì, ndr) ho dovuto alzare la voce per cacciarli. A quel punto uno di loro mi ha risposto mimando con un dito il taglio della gola. E sono tanti: ne ho visti già due in campo Santo Stefano e altri due sul ponte dell’Accademia, oltre a quelli che si presentano quotidianamente nelle chiese. Ho già avvisato la polizia della situazione». 


BORSEGGIATRICI, SCATOLETTISTI
Ma non ci sono solo i finti sordi. Con la bella stagione alle porte, si sta preparando anche tutto il resto dell’esercito del malaffare. E in centro storico, in particolare, significa scatolettisti e borseggiatrici. I primi si sono trovati il loro posto fisso in cima al ponte dell’Accademia, le seconde invece dal Carnevale in poi si sono rimesse in attività al 100%, pronte ad aprirsi il campo per la Pasqua e per i prossimi ponti. «Lo abbiamo notato - precisa don Roberto - perché nei confessionali delle nostre chiese troviamo almeno due portafogli vuoti a settimana». Il parroco ci tiene a precisare che questa sua operazione non ha niente a che vedere con l’opera di carità delle parrocchie veneziane. «A chi ha bisogno noi distribuiamo settimanalmente cibo e medicinali. Nelle nostre chiese si trova sempre accoglienza e aiuto, non è mai stato respinto nessuno. Ma l’informazione, su questi fenomeni criminali, è sempre buona». 


CHIESA E LEGGE
Don Roberto è in buona compagnia in questa sua battaglia. Don Marco Scaggiante, parroco di Santa Rita, la settimana scorsa aveva pubblicato le foto del ladro che stava rubando le offerte nella sua chiesa contribuendo alla cattura da parte dei carabinieri. Un ladro seriale, come si è scoperto poi, che aveva colpito anche in altre chiese del Trevigiano. A gennaio invece il parroco dei santi Gervasio e Protasio, don Gianni Antoniazzi, dopo aver subito l’ennesimo furto in chiesa e il danneggiamento di una porta, aveva pubblicato le foto dei balordi sul foglio parrocchiale “Lettera aperta” distribuito a Carpenedo. «Se la polizia o i carabinieri ci chiederanno i video o i fotogrammi di questi fatti, saremo ben lieti di dare il nostro materiale perché la giustizia possa fare il suo corso- aveva sottolineato all’epoca don Gianni - stiamo imparando a trovare dettagli anche dopo quattro giorni e, di fatto, non è possibile entrare senza essere riconosciuti».

Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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