Tragedia in Cadore. Quel marciapiede-fantasma, come si è arrivati a quel punto? L'errore dell'Ici e il buco nei conti

Martedì 11 Luglio 2023 di Angela Pederiva
Tragedia in Cadore

SANTO STEFANO DI CADORE (BELLUNO) - I rottami del passeggino e dei lampioni, accatastati sul marciapiede talmente sconnesso da essere pressoché un tutt'uno con la strada dissestata, visto l'assottigliamento del cordolo. È la terrificante immagine-simbolo della strage di Santo Stefano di Cadore, il Comune che dallo scorso anno ha in corso la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, con l'obiettivo di ripianare nell'arco di due decenni una massa passiva pari a circa 2 milioni di euro, imperniata attorno a un clamoroso debito fuori bilancio causato da un errore nel trasferimento dell'Ici dovuta in realtà a San Vito di Cadore.

Il piano di rientro, su cui a Venezia vigila la Corte dei conti, prevede una stringente sequenza dei versamenti e una rigorosa limitazione degli esborsi: «Non consente spese correnti», ha sintetizzato il sindaco Oscar Meneghetti nei giorni più duri per il paesino bellunese di 2.300 abitanti, dove infatti lo stesso primo cittadino e alcuni residenti si auto-tassano per acquistare l'asfalto con cui rattoppare la viabilità locale.


L'IMPOSTA
Culminata nella tragedia stradale di giovedì scorso, l'origine della vicenda contabile risale a vent'anni fa, quando vigeva ancora l'Imposta comunale sugli immobili. Quale concessionaria per la riscossione, Equitalia aveva accreditato al municipio del Comelico 417.885 euro «in relazione agli anni dal 2003 al 2005, a causa di un errore d'imputazione commesso dalla società incaricata dell'acquisizione dei dati dei bollettini Ici, Service Sib, che aveva scambiato gli importi riferibili al Comune di Santo Stefano, pari a euro 232.653,20, con quelli pari a euro 650.538,20 pertinenti al Comune di San Vito di Cadore», ha poi riassunto nel 2019 la sentenza della Cassazione che ha condannato l'ente a restituire la somma, lievitata fra interessi e spese a 536.815,86 euro, ma nel frattempo già investito in opere pubbliche, dopo una verifica che sembrava aver fugato i dubbi sulla correttezza di quell'inaspettato gettito. «Consultammo un legale e si decise di intraprendere una causa per il riconoscimento del danno», ha spiegato nel 2022 al Gazzettino il sindaco dell'epoca Silver De Zolt, rivendicando il fatto che le colpe fossero di altri: «Di certo non furono nostre, né era compito dell'ufficio di ragioneria, che non aveva materialmente in mano le matrici degli incassi, né del revisore dei conti, che doveva solamente controllare che le cifre riportate in bilancio fossero quelle dichiarate da Uniriscossioni». Ma quell'azione risarcitoria non ha avuto l'esito sperato e al buco nelle casse si sono aggiunte le buche sulle strade.


LA GRANA
Quella grana ha fatto definitivamente deflagrare una situazione di bilancio via via sempre più esplosiva. Con il passare degli anni si sono infatti sommati, fra gli altri accidenti, pure un contenzioso con l'Ulss 1 Dolomiti per la retta di un disabile ospite di una comunità alloggio (per cui sono stati accantonati 410.463,80 euro), un vecchio accumulo di crediti di dubbia esigibilità (quantificati in 185.779,60 euro), una redistribuzione dei fondi vincolati (in precedenza bloccati per 260.750,75 euro) e via di questo passo. Nel novembre scorso la Sezione di controllo della Corte dei conti ha così deliberato l'approvazione del piano di pre-dissesto adottato dal Comune nell'aprile precedente. Lo strumento implica una rateizzazione ventennale del passivo, per cui nel 2022 sono stati versati 273.772,76 euro, dal 2023 al 2031 devono esserne pagati annualmente 117.904,46 e dal 2032 al 2041 altri 63.242,49 all'anno, dopodiché fra il 2042 e il 2044 l'ente dovrà terminare il ripiano dell'extradeficit con una quota annuale pari a 11.961,03 euro.


I CORDONI
Ogni sei mesi i magistrati contabili effettuano un controllo sull'andamento del programma, «per verificarne l'effettiva e proficua esecuzione». Il quadro non è semplice: nell'ultimo monitoraggio, pubblicato a febbraio, la Corte ha rilevato che «anche sul fronte dei pagamenti, in particolare della spesa corrente, i dati evidenziano una capacità ampiamente insufficiente». Di conseguenza i cordoni della borsa si sono ulteriormente stretti, tanto che risultano molto contenute le cifre citate dalla Sezione a proposito delle variazioni di bilancio autorizzate dai revisori: 7.093,74 euro per "acquisizione di materiali per la circolazione e la segnaletica stradale", 10.000 per "manutenzione straordinaria strade e vie comunali". Il resto lo mettono di tasca propria il primo cittadino Meneghetti e alcuni suoi compaesani. Sprazzi di buona volontà, nel buio di un dramma immane.

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Ultimo aggiornamento: 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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