MESTRE - Stavolta si muove direttamente la catena dei negozi.
DAI BIVACCHI AI PUSHER
Un tempo c'erano i bivacchi dei senza dimora. Poi, tolte le panchine (o demolite, come nel caso di quella alla fermata dei bus) e sistemate le aiuole con delle "lame" che impediscono di sedersi, si pensava di aver risolto il problema. Ma invece, ai senza dimora, si sono aggiunti spacciatori e clienti, e ben poco riescono a fare, tutte le mattine, gli operatori di Veritas che tentano di tener pulita la zona raccogliendo mucchi di lattine e bottiglie vuote, oppure passando con gli idranti le prime aiuole di via Felisati che vengono usate come pisciatoi pubblici. «Degrado, furti, minacce, spaccio di droga e consumo di sostanze davanti alle vetrine del nostro punto vendita. È la situazione registrata in via Carducci a Mestre e che sta rendendo difficile il lavoro dei negozianti della zona e dei loro collaboratori - attaccano, con un comunicato ufficiale, da Tigotà, catena che commercializza prodotti di cosmesi, cura della persona e della casa -. Gli episodi di furti all'interno dello store di via Carducci si sommano a quelli fatti ai danni dei clienti, con più di una persona che si è vista sottrarre la propria bicicletta o il portafoglio. Registriamo una media di tre episodi di furto o rapina al mese in questo negozio, tutti ovviamente denunciati alle forze dell'ordine. Una situazione insostenibile che riguarda, anche se in maniera meno pesante, anche altri punti vendita cittadini tra cui quelli di via San Donà, via Tasso, via Mestrina e via Ca' Rossa».
Ma qui, ai furti, si è aggiunto anche lo spaccio. «Alcuni tossicodipendenti occupano gli spazi davanti alle vetrine, bivaccando e impedendo la normale attività e, in alcuni casi, anche le operazioni di apertura e chiusura delle serrande - riprendono da Tigotà -. Il maggior disagio è registrato dalle nostre collaboratrici che si ritrovano seguite o importunate mentre raggiungono le proprie auto alla fine del turno, situazione che causa un generale stato di paura, esasperazione e avvilimento».
L'APPELLO
Come il vicino supermercato Eurospar o l'In's di fronte che subiscono gli stessi problemi, anche Tigotà si è dovuta affidare ad un servizio di vigilanza privata, «ma questo non può naturalmente bastare - riprendono dall'azienda -. La nostra collaborazione con le istituzioni è totale, però ora è arrivato il momento di agire. Vogliamo ringraziare le forze dell'ordine che si sono dimostrate sempre attente e che hanno raccolto nel corso del tempo le nostre denunce. Il loro impegno quotidiano è sicuramente prezioso e funziona come deterrente nel momento in cui presidiano la zona». Ma, appena gli agenti se ne vanno, tutto ritorna come prima e peggio di prima. «Arrivati a questo punto, occorre un intervento maggiormente incisivo» chiedono da Tigotà. E, di fronte a tutto questo, di sicuro non basterà aggiungere qualche fiore nelle aiuole o togliere anche le rastrelliere delle bici dove ormai si siedono clochard e tossicodipendenti.
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