«I souvenir di Murano? Sono opere d'arte da tutelare», la decisione del Tar del Veneto

Venerdì 20 Gennaio 2023 di Angela Pederiva
«I souvenir di Murano? Sono opere d'arte da tutelare», la decisione del Tar del Veneto

VENEZIA - I souvenir in vetro di Murano? Possono avere la protezione dello Stato, anche se sfornati in serie: «La produzione di più esemplari di un medesimo modello di per sé non esclude che taluno dei pezzi realizzati, per particolare fattura, tecnica esecutiva, materiali o particolari realizzativi, si connoti per rarità ed originalità e si riveli, dunque, meritevole di tutela per l'integrità del patrimonio culturale nazionale». Con questa motivazione il Tar del Veneto ha respinto i ricorsi di una società, proprietaria di alcuni oggetti firmati dalla Manifattura Venini e dalla Vetreria Artistica Barovier negli anni 30, contro il diniego dell'attestato di libera circolazione espresso dalla Soprintendenza di Venezia.


LE SCULTURE
Nel luglio del 2020 l'impresa ceca Dedalo Design & Real Estate Investment aveva presentato denuncia di esportazione di sette piccole sculture (le sentenze pubblicate ieri si riferiscono alle prime quattro): uccello su ramo in pasta vitrea verde, vaso con coperchio tipo compostiera in vetro primavera bianco e nero, lucertola in pasta vitrea nera e rossa, orso a macchie in vetro trasparente lattimo bianco, scimmia in vetro trasparente e foglia d'oro, cavallino in vetro trasparente e foglia d'oro, leone in vetro blu trasparente.

A novembre l'ufficio che fa capo al ministero della Cultura aveva però negato il rilascio dell'autorizzazione e aveva avviato il procedimento di dichiarazione di interesse culturale.


Dopo aver intrapreso invano la strada del ricorso gerarchico, i proprietari si sono rivolti al Tribunale amministrativo regionale, sostenendo che quegli oggetti siano privi, «al di là del pregio tecnico-realizzativo tipico dell'autentico artigianato muranese, dei tratti tipici delle opere d'arte (originalità, invenzione, capacità espressiva ed innovativa)», per cui i limiti alla loro libera circolazione sarebbero «forieri di possibili conseguenze negative sia per il mercato degli oggetti dell'artigianato muranese, che per gli scambi internazionali a finalità culturale ed espositiva».
I giudici hanno però accolto in pieno le argomentazioni della Soprintendenza. A proposito dell'uccello, ad esempio, viene precisato che è riconducibile allo scultore Napoleone Martinuzzi, direttore artistico della Venini e del Museo del Vetro di Murano, il quale introdusse nella produzione «fino ad allora prevalentemente dedicata alla realizzazione di recipienti, utensili o elementi decorativi», anche la creazione «di opere scultoree in vetro, attribuendo così a questo materiale la medesima dignità degli altri materiali tradizionali caratterizzanti l'arte scultorea». Quanto al vaso di Barovier, inoltre, viene puntualizzato che i vetri primavera furono esposti «anche alla Triennale di Monza e all'Esposizione Universale di Liegi, divenendo così celebri anche all'estero».
Ma trattandosi di piccoli esemplari di relativo largo consumo, vanno considerati minori? No, secondo il Tar del Veneto, che in attesa di eventuali impugnazioni in Consiglio di Stato, fa proprie le considerazioni citate dal ministero: «Il fatto che parte di questa produzione fosse rivolta al mercato dei souvenir non sminuisce il suo valore artistico in quanto la richiesta di oggetti da acquistare durante i viaggi come ricordo, fin dai tempi del Grand Tour, ha rappresentato uno degli impulsi più importanti che hanno stimolato la realizzazione da parte di artisti e artigiani di oggetti di grande manifattura».

Ultimo aggiornamento: 16:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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