Finti sordomuti all'assalto dei turisti. Il parroco interviene, lo minacciano: «Prete so dove abiti»

Nelle chiese di Venezia chiedono firme per associazioni inesistenti e arraffare più soldi possibili. Ferito alla testa con un corpo contundente un "non distratto" che li controllava, dopo ripetute aggressioni verbali

Mercoledì 15 Giugno 2022 di Nicola Munaro e Michele Fullin
"Una firma per beneficenza". Ecco come inizia l'approccio
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VENEZIA - Da domenica una cinquantina di episodi. Gli ultimi ieri nelle chiese di San Zulian, San Salvador e San Moisè. Lì dove uno dei finti sordomuti ha minacciato di morte il parroco delle chiese del centro, don Roberto Donadoni. «L'ho allontanato quando mi sono accorto che stava rubando soldi a una donna - ha raccontato don Roberto - Lui mi ha guardato e mi ha detto "So dove abiti prete, so che vivi vicino al campanile", e se n'è andato. Non sono intimorito ma non se ne può più di queste persone che, in modo ciclico e quasi scientifico, ogni estate sono qui a raggirare turisti o fedeli poco attenti.

In questi giorni in questa zona ne circolano una trentina».

Firme per associazione inesistente

Il gancio è sempre lo stesso: un foglio da firmare per un'inesistente associazione di aiuto ai sordomuti. Nelle cartelline sono solitamente riportati dei fogli excel con tre diverse bandiere a indicare le diverse lingue. Fatta la firma, al momento dell'offerta agli ignari donatori viene mostrato l'importo delle precedenti donazioni sul foglio, per lo più dai 20 ai 50 euro, con la speranza che il nuovo benefattore segua l'esempio dei precedenti. I soldi tolti dal portafoglio da parte del donatore però non bastano mai. «In chiesa - ha aggiunto don Donadoni - ho visto uno di loro rubare tutti i soldi dal portafoglio di una donna che gli stava consegnando 5 euro: è stato velocissimo e poi è scappato. Nei prossimi giorni andrò a fare denuncia alla polizia, è l'unica strada».

Un Daspo di sole 48 ore

Ieri, dopo le continue aggressioni verbali rivolte non solo al parroco delle chiese del centro ma anche ai fedeli che cercavano di aiutare don Roberto, in cinque sono stati fermati dagli agenti della polizia locale e identificati: gli verrà data una multa e un Daspo urbano per cui non potranno entrare nel centro storico per quarantott'ore, oltre alla denuncia. L'ennesima, perché loro - come i borseggiatori - sono bande di persone organizzate, che conoscono il territorio, colpiscono con precisione e si fanno rivedere a Venezia ogni estate.

 

Il precedente: assedio ai turisti

Nell'ottobre 2021 don Donadoni aveva fermato due ragazzi di una banda che alcuni giorni prima avevano assediato dei turisti all'interno della chiesa di San Moisè chiedendo soldi e donazioni.
Avvisato dal sacrestano della presenza dei due ragazzi, don Roberto li aveva raggiunti in fondo alla chiesa per fermarli ma i truffatori, prima di scappare via di corsa, lo avevano aggredito verbalmente e minacciato con un pugno, pur senza colpire lui e il suo collaboratore. Il parroco - che da due mesi aveva a che fare con episodi simili - aveva chiamato i carabinieri che, dopo una ricerca per le calli dell'area marciana, avevano bloccato i due portandoli in caserma per un'identificazione.

Spillano ogni giorno un sacco di soldi

Sempre più grossi e sempre più aggressivi. È la trasformazione dei falsi sordomuti che ormai imperversano ovunque in città e che sono un'organizzazione in grado di spillare centinaia, forse migliaia di euro al giorno agli ignari turisti che fermano e che firmano pensando di fare una buona azione.
Una piaga che non conosce crisi, anche perché questi soggetti sono difficili da incastrare e quando vengono fermati si può solo contestare una contravvenzione per attività non consentite sul suolo pubblico. Quasi impossibile beccarli al momento del passaggio dei soldi, che consentirebbe il passaggio al penale anche perché le offerte sono devolute allo scopo di aprire un centro internazionale per bambini poveri. Solo un cuore di pietra potrebbe resistere, ma in realtà le associazioni indicate sui fogli per la raccolta delle firme e la registrazione delle offerte non esistono o comunque sono ignare di questa attività.

Raccolte in contanti, non si fanno  

Nessuna organizzazione non governativa o di volontariato raccoglie infatti per la strada fondi in contanti, ma semmai chiede un'adesione a un programma registrando la carta di credito per versamenti piccoli, ma periodici. In questo caso, a beneficiare del flusso di denaro è l'organizzazione che gestisce questi venditori, così come c'è un'organizzazione dietro ai mendicanti organizzati africani e dietro alle bande di borseggiatrici.

Il "non distratto": «Ferito alla testa»

La prova sta nel fatto che questi soggetti sono passati alle contromisure, una volta che avevano capito che i cittadini non distratti disturbavano la loro attività, mandandoli via, chiamando le forze dell'ordine e avvertendo i potenziali polli dell'imminente truffa. Da qualche giorno sono affiancati da soggetti grandi e grossi, probabilmente allo scopo di fronteggiare eventuali disturbatori. E un non distratto l'altro giorno è stato ferito alla testa da un corpo contundente. «Mi avevano già minacciato diverse volte - racconta - e domenica sono passati alle vie di fatto. Io, però non mi fermo e così come me tanti altri non distratti. Martedì, quando sono stato dai carabinieri per denunciare l'accaduto, mi son trovato di fronte ad un altro triste spettacolo: una folla di persone che erano state borseggiate il giorno prima. La verità è che noi cerchiamo di sventare più borseggi possibile, ma le forze dell'ordine non si vedono o si vedono poco».

Borseggi endemici da parte di professionisti

Ormai la situazione borseggi è endemica a Venezia come in tante altre grandi città turistiche, che però non hanno dei gruppi di cittadini che si danno da fare per denunciare e anche fermare questi professionisti del crimine di strada. «Con i falsi sordomuti - conclude - il copione è più o meno lo stesso. Se vedono che li disturbi nelle loro truffe, ti circondano e ti minacciano. Succedeva con i venditori abusivi, succede con le bande di borseggiatori e di borseggiatrici e ora succede anche con questi personaggi». Anche la polizia locale sta cercando il modo per fermare queste persone che ora in certe situazioni chiedono addirittura il plateatico per sistemare un banchetto e non prendere multe.

Ultimo aggiornamento: 13:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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