Troppi furti, le cassiere non ricordano: due donne kossovare scagionate

Sabato 22 Giugno 2019
foto di repertorio
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SCORZE' - Prima di essere assolte con formula piena hanno atteso cinque anni. E in questo caso il fattore tempo ha giocato in pieno a loro favore, salvo sempre la presunzione di innocenza.
La singolare vicenda riguarda due kossovare ora di 30 e 33 anni da tempo residenti a Scorzè, con lavoro regolare e incensurate. Per loro l'incubo l'appuntamento con la giustizia scatta il 26 giugno del 2014 quando entrano al Tigotà per comprare delle creme e vengono accusate di tentato furto. Una delle due era uscita con il bimbo che si era messo a piangere disperato, facendo scattare l'antitaccheggio perché alcune confezioni di prodotti, per un valore di 50 euro, erano state appoggiate nel passeggino. Inutile spiegare che non c'era la volontà di rubare che era stata solo una disattenzione che comunque l'altra era ancora alle casse. Questa la loro versione. Chiamati i carabinieri furono accompagnate in caserma e denunciate.
L'altro giorno la sentenza del giudice che le scagiona sancendo l'infondatezza del fatto per carenza di prove. Decisiva, come spiega il difensore Emanuele Compagno di Dolo, la deposizione delle due cassiere allora in servizio. «Entrambe le dipendenti - spiega l'avv. Compagno - hanno dichiarato di non ricordare assolutamente nulla dell'episodio contestato e di non poter quindi riconoscere le due imputate».
«In sostanza - continua il legale - le commesse hanno detto che è passato troppo tempo e che i tentativi di taccheggio sono talmente frequenti che è impossibile pretendere da loro di imprimersi nella memoria ogni singolo caso con relativi protagonisti e dettagli. Va detto infine che lo stesso pm aveva chiesto al giudice di valutare l'ipotesi del 131 bis, ovvero di non doversi procedere per la tenuità del fatto».
 
Ultimo aggiornamento: 13:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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