Belstaff, la morte di Malenotti. Parla il fratello: «Michele era un visionario, con Schwarzenegger si sentivano tutti i giorni»

Lunedì 25 Marzo 2024 di Elena Filini
Belstaff, la morte di Malenotti. Parla il fratello: «Michele era un visionario, con Schwarzenegger si sentivano tutti i giorni»

Quella notizia che mai vorresti ricevere. Come uno specchio che si rompe improvvisamente, portando con sé disperazione e vuoto. Manuele Malenotti si trova a piangere un fratello minore in maniera del tutto imprevedibile. «Siamo ancora sconcertati, non riusciamo esattamente a capire cosa possa essere successo - spiega al telefono- la verità purtroppo è che da una cosa così non si torna indietro». Quella telefonata gli è arrivata dal padre sabato mattina. E ancora non se ne capacita. Michele Malenotti ha perso la vita in un incidente stradale lungo la strada statale Noalese, nel Veneziano, nella notte tra venerdì 22 e sabato 23 marzo. L'imprenditore, 42 anni - ex patron della Belstaff, che con capacità e intuito aveva saputo rilanciare - giunto in sella alla sua Vespa nei pressi della grande rotatoria dell'autoparco a Scorzè anziché seguire la curva è andato dritto colpendo il cordolo in cemento e facendo un volo di parecchi metri sull'asfalto. Erano circa le 3.40 della notte quando un automobilista di passaggio subito dopo l'incidente ha allertato i soccorsi. Il personale del Suem 118 però non ha potuto far altro che constatare il decesso dell'uomo, morto sul colpo per aver battuto violentemente la testa sul cemento, nonostante indossasse il casco.
«Michele era una persona buona e visionaria.

Un generoso, con intuizioni sempre avanguardistiche. Un creativo a tutto tondo. E un lavoratore instancabile».


Manuele, 47 anni, fratello maggiore, si trova ora a riavvolgere il filo della vita del proprio fratello, dopo l'incidente che lo ha visto vittima venerdì scorso di ritorno dal padel in scooter.
«Mia cognata è stata avvisata dalle forze dell'ordine. Ma non se la sentiva di dirlo per telefono a nostro padre. Così, insieme a mio nipote più grande, sono andati a casa del nonno per cercare di affrontare insieme questo lutto indicibile».


Michele e Manuele avevano cinque anni di differenza. Ma da subito hanno iniziato a lavorare insieme. A ripercorrere il filo della loro vita è ora il ricordo di Manuele.
«Siamo nati a Roma. Poichè mio padre lavorava per la Aprilia, ci siamo trasferiti in Veneto. Michele ha concluso gli studi superiori al liceo scientifico di Treviso. Poi ha scelto il Veneto come casa. Si è innamorato di Alessandra, sua compagna di scuola, e hanno deciso prestissimo di mettere su famiglia. Il primo figlio ha oggi ventidue anni ed è nato quando mio fratello ne aveva venti. Poi sono nati gli altri cinque. Una famiglia numerosa e unitissima».


Da subito avete iniziato a lavorare insieme nell'azienda di famiglia?
«Si prima alla Belstaff poi con Matchless. Mio fratello si è subito distinto per le sue capacità imprenditoriali. Era un creativo a 360 gradi. Con Michele abbiamo fatto un percorso insieme portando il made in Italy a Hollywood, "vestendo" con i nostri prodotti oltre 200 film, tra cui Aviator nel 2004 che vinse l'Oscar, I am Legend, Harry Potter, tutta la saga James Bond. Michele era sempre al mio fianco. Ci muovevamo insieme nella parte creativa, lui personalmente aiutava a disegnare le giacche per i film».


Numerose celebrity hanno foto in cui sono ritratte insieme a voi..
«Michele conosceva tante star, da Sylvester Stallone a Tom Cruise. Si faceva apprezzare e amare come persona generosa».


E' vero che aveva un particolare rapporto con Arnold Schwarzenegger?
«Si, erano molto amici. Quando Arnold veniva in Italia era spesso ospite nostro e quando noi andavamo negli States ci si frequentava. Michele per lui era una sorta di figlio. Si sentivano tutti i giorni, facevano lunghissime telefonate. Arnold è sotto choc, ci ha contattati, è un grandissimo dolore per lui questa tragedia».


Come desidera ricordare suo fratello?
«Come una persona generosa, buona, intelligente. Un visionario e un creativo, un grande imprenditore molto dedito al lavoro, il suo pensiero principale era costruire per dare lavoro alle persone. Negli affari era un precursore, a volte quasi troppo avanti. Quello che è avvenuto è una fatalità tragica e inspiegabile»


Qual era il suo ultimo progetto importante?
«La motor valley di Matchless. Avevamo un progetto di sostenibilità, avevamo creato il museo, c'erano tante belle cose da fare ancora insieme».


Quando lo saluterete?
«Martedì o mercoledì nella chiesa di San Francesco a Treviso. In questo momento stiamo ricevendo grandissime attestazioni di affetto. Le persone gli volevano bene, e sentire tutto questo calore ci dà un po' di conforto in questo drammatico momento. In tanti mi hanno detto: perchè proprio a lui? E' quello che come famiglia continuiamo a chiederci».

Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 10:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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