Tangenti a Santa Maria di Sala, le intercettazioni: «I 100mila euro devono tornare indietro in un altro modo»

Martedì 24 Gennaio 2023 di Davide Tamiello
Il municipio di Santa Maria di Sala

SANTA MARIA DI SALA - Il lavoro del sindaco? «Far sì che la tua terra sia interessante, sennò resta quello che è». Ovvero: cambiare la destinazione d'uso da piano regolatore. Un'operazione, però, che comunque ha il suo costo. Anzi, «un delta - come l'hanno elegantemente definito in gergo due ex sindaci di Santa Maria di Sala (Venezia), Nicola Fragomeni e Ugo Zamengo - che deve essere di quel colore là», indicando il marsupio nero del suo interlocutore. Da lì il nome dell'operazione dei carabinieri del nucleo investigativo di Venezia: Black Delta, appunto, con riferimento al margine esentasse che proprietari e acquirenti di terreni dovevano versare a lui e al suo gruppo per poter mettere a frutto operazione e compravendita.

L'inchiesta parte da quella registrazione del 21 ottobre 2019 in un bar di Santa Maria di Sala, appunto, in cui Fragomeni e Zamengo incontrano un imprenditore che ha da poco ereditato un terreno di due ettari. «Quello che devi sapere, quello che voglio dirti è questo...quello che devi chiedere agli acquirenti è così fatto, secondo il nostro progetto: 1 e 100 (1.100.000, ndr) è quello che spetta a te, i 100 (100mila, ndr) devono tornare indietro in un'altra maniera...tu domani quando gli chiedi quello che gli devi chiedere, devi chiedere 1 e 100 bianco e i 100 devono essere fuori, un black, di questo colore qua, perché glielo devi motivare così». Poi il messaggio si fa anche più chiaro: «Le cose stanno così- continua Fragomeni - Ti consiglio di tenertela per te. Dopo vedi tu quello che vuoi fare, ma queste devono essere le condizioni». C'è un po' di tensione, e l'imprenditore (che aveva deciso di registrare l'incontro sembrandogli un po' strana la scelta di un appuntamento in un bar invece che in Comune) un po' si irrigidisce: «Tutte ste cose stasera. Aspetto...con Marcello (Carraro, ndr) devo parlare in altro modo, poi dopo...quindi...». E allora Zamengo prova a stemperarla con una battuta: «C'è stata una, come dire, comunicazione errata. Carlo (Pajaro, ndr), doveva dirti 1 e 200 però la differenza è per la Magna Charta». Fragomeni fa capire che o accetterà le condizioni imposte o il terreno rimarrà agricolo: «È il mio lavoro: far sì che la tua terra sia interessante. Sennò resta quello che è. Ognuno a casa sua stasera». Precisando, comunque, che si tratta di «una grande opportunità che non capita tutti i giorni» e che i costi si giustificano con il lavoro di una squadra per far sì che tutti i pezzi vadano al loro posto. «Non è che siamo soli, è tutta una squadra che lavora».


CASA DI RIPOSO
Zamengo e Fragomeni, secondo gli investigatori, hanno già un'idea di cosa fare di quel terreno: vogliono che a comprarlo siano il costruttore Mauro Cazzaro e il direttore generale di Villa Maria Battista Camporese, per realizzare una nuova casa di riposo. L'accordo non va a buon fine con questo imprenditore (che sporge appunto denuncia) e quindi il gruppo passa alla ricerca di nuovi candidati: trovano la quadra con una famiglia e firmano per un preliminare da 440mila euro (40mila in nero). Il Delta? Lo definisce Fragomeni in una conversazione con Zamengo: «Noialtri vogliamo 10 euro!», al metro quadro, si intende. Per fare una casa di riposo, però, serve comunque un bando. Per Carraro il problema non sussiste, come spiega il 17 luglio 2020 nel suo studio a Camporese: «Non c'è tanto da anticipare, a parte anticipare tutti. Battista! Il bando va ovviamente pilotato!!!». E il 17 febbraio 2021, Zamengo contatta Carraro spiegando che a Santa Maria di Sala sono stati assegnati posti solo per un centro diurno. Nel corso del semestre, però, dalla Regione dovrebbero arrivare altri 300 posti letto per la provincia di Venezia. Il compito di Camporese, dunque, è quello di «grattare le pance». Zamengo, poi, esulta quando le cose sembrano andare per il verso giusto: «È stato definito che Santa Maria di Sala e Martellago saranno i primi destinatari non appena la Regione sblocca».


GLI ALTRI TERRENI
La partita però non si ferma a quel terreno. È evidente che la squadra ne sta cercando altri, probabilmente in vista di una variante generale al piano regolatore in cui inserire i nuovi cambiamenti. Fragomeni, una di queste operazioni, la racconta al cognato. «Combinato il discorso! Redatto il preliminare!». «Soldi?», chiede l'altro, sapendo già probabilmente dove sarebbe andata a parare la richiesta. «No..si va al rogito, a quando va al rogito deve dare. Perché sennò gli resta agricola!». E anche in questo caso, quindi, tornerebbe il giochetto di voler indirizzare le compravendite sotto tangente in cambio della tanto agognata variazione d'uso che trasforma un terreno agricolo da quattro soldi a una potenziale miniera d'oro edificabile. Il prezzo? «Uno zero trenta», che secondo il gip Antonio Liguori potrebbe trattarsi di un delta di 30mila euro.


LE RESISTENZE
In un'altra operazione, invece, c'è anche da mettere d'accordo le parti. Chi compra è disposto a pagare, chi vende, invece, no. Una resistenza che provoca lo sdegno e il disappunto di Fragomeni, che in una discussione con Carraro sbotta: «Quello che mi fa impazzire...possibile che questi qua prendano un milione di euro di terra e non danno la provvigione di 30 mila euro? Cioè, prendono dieci volte il doppio». È bene precisarlo ancora, comunque: non esistono evidenze investigative sul fatto che le tangenti siano effettivamente arrivate nelle tasche di Fragomeni, Zamengo e compagni. A livello giudiziario poco importa: la promessa di dazione è più che sufficiente. A parte una: il 4 marzo del 2020, infatti, in un incontro tra Fragomeni e Carraro, «tramite captatore operante - scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare- sullo smartphone di Carraro viene obiettivamente in rilievo come il sindaco Fragomeni abbia indebitamente percepito dall'imprenditore M.C. la somma di 9mila euro».
Cosa succedeva, invece, se qualcuno decideva banalmente di rivolgersi a progettisti diversi da Carraro? Su richiesta dello stesso architetto («tu mi devi dare una mano, perché lui è abituato a fare il c... che vuole, ma le cose non vanno così. Non siamo dei pidocchiosi!») ci pensava lo stesso primo cittadino. In questo caso, appunto, convoca il diretto interessato in municipio: «Te lo dico onestamente, non ci siamo con quella roba lì. Non rispecchia quello che vorremmo succedesse in quell'area. Per interpretare meglio quello che abbiamo in testa potresti farti aiutare da qualcuno del posto». L'architetto Carraro.


«BUSINESS MASCHERINE»
Sulla questione delle mascherine, invece, Fragomeni con il fratello Giovanbattista capisce subito che con l'esplosione dell'emergenza sanitaria questo può essere l'affare del momento. «È il momento che potremmo portarle a casa tutte e le vendiamo secondo me. Ti sto parlando di business, non di mascherine!! possiamo venderle a 3, anche 5 euro». Per poi aggiungere che dovevano farne arrivare immediatamente delle forniture importanti e vedere come riuscire a piazzarle: «Fattene mandare 10mila!!! Vediamo se le piazziamo subito e a ruota si prepara con le altre!».
 

 

Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 07:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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