A piedi sulle orme di Francesco: in 23 tappe gli itinerari del santo di Assisi nella guida di Fabrizio Ardito

Domenica 15 Novembre 2020 di Adriano Favaro
Gli itinerari di Fabrizio Ardito

VENEZIA - Stava tornando in un tempo come questo. Aveva fallito nel suo tentativo di ispirata diplomazia e la guerra continuava. Era distante dall'Italia da oltre un anno e aveva trovato una nave veneziana per rientrare. Nella laguna di Venezia incontra un'isola e si ferma per meditare. Negli occhi l'accampamento saraceno, lui e i suoi pochi amici disarmati davanti al sultano ayyubide al-Malik al-Kmil, un curdo, nipote di Saladino. Accadeva 800 anni fa esatti questo rientro. E Francesco d'Assisi non era forse sconfortato anche se inutilmente aveva tentato di predicare il Vangelo e cercare di convertire il sultano e porre fine alla Quinta Crociata; che vedrà i cristiani sconfitti a Damietta, in Egitto. L'uomo che diventerà fra poco santo ha 39 anni, ne vivrà pochi altri ancora. Da Venezia dove lascia un suo convento nell'isola torna nella sua Umbria; continuerà a camminare con negli occhi la pace della laguna e il suono dei canti degli uccelli dell'isola che conosciamo come San Francesco del Deserto. Termine che non si riferisce ai deserti nordafricani ma al fatto che, colpa anche la malaria l'isola nel XV secolo viene disertata, abbandonata; e dove ora vivono cinque monaci.
GLI ITINERARI

Se quello fu uno dei viaggi di Francesco che pochi ricordano - e che ormai è difficile ripetere in tranquillità sarà più facile invece rifare l'esperienza delle Vie di San Francesco ripassando cioè sui sentieri che lui senz'altro ha percorso per le sue predicazioni. È un'operazione che impegna per 23 tappe e che prevede di partire dal santuario di La Verna convento nell'Appennino toscano, dove il frate ebbe le stimmate un percorso fino a Roma, tappe da quattro ad otto ore al giorno, salite e discese a volte significative. Su questi passi dello spirito, che l'Europa ha cominciato a riconoscere e finanziarie Fabrizio Ardito un giornalista - esperto di viaggi e di esplorazione ritenuto il massimo conoscitore italiano del Cammino di Santiago ha scritto un volume che si divide tra saggio storico e guida Le vie di San Francesco, edito da Ediciclo di Portogruaro, 18 euro, uscito quasi in contemporanea alla firma dell'enciclica Fratelli tutti che papa Bergoglio ha firmato sopra la tomba del Santo, nella cripta di Assisi.
LO SCRITTORE

«Non c'è stato un vero ispiratore del percorso. Ci sono andato per la prima volta perché avevo sentito che ci si stava lavorando ed ero molto curioso. Poi, poco alla volta, sono stato catturato dal gioco di immaginare San Francesco attraverso i luoghi a lui legati, confrontando le mie impressioni dal vivo con i brani che ho trovato sulle fonti francescane. Quindi è stata un po' una scoperta della sua figura partendo dai luoghi, dai conventi, dai sassi delle strade».
Ardito spiega tappa dopo tappa, descrive paesaggi, vegetazione, consiglia deviazioni e soste, suggerisce ispirazioni artistiche e culturali unendo riflessioni di esperti francescani, teologici, storici. Non è proprio una guida come siamo soliti leggere ma un GPS dello spirito e del corpo. Leggero, autoironico, elegante il lavoro di Fabrizio Ardito tiene lontano dalle invasioni del web dove sembra passare tutto della vita. «Sì, servono anche alcuni strumenti moderni dice l'autore ma temo si perda un po' il piacere di non sapere esattamente cosa troveremo stasera, nel bene o nel male. E questa progettazione esasperata toglie parecchio al piacere delle sorprese e delle scoperte. Tutto questo fiume di informazioni curiosamente riguarda quasi solo gli aspetti pratici, molto poco storia, arte e paesaggio».
PARTENZA MOZZAFIATO

Quello che lui fa. Da La Verna (un luogo da vedere, imperdibile, mozzafiato, incantevole specie se con pochi pellegrini) suggerisce la sosta a Pieve Santo Stefano la capitale italiana dei diari e delle memorialistica. Al convento di Assisi racconta come vivono quarantaquattro frati di 22 nazionalità differenti. «Lì danno le credenziali ai viaggiatori e chiedono anche perché si affrontino fatiche (anche gioie) a piedi. La grande maggioranza dice che lo fa per motivi spirituali, uno su quattro per motivi religiosi. Ma chi come ad un brasiliano che aveva fatto il percorso in monociclo per entrare nel Guinness dei primati hanno negato la credenziale».
Convinto che quello delle vie Francescane sia uno dei percorsi più belli d'Italia («ci sono scoperte umane e culturali affascinanti») Ardito, mosso fin da bimbo a camminare dal padre piemontese «che mi svegliava alle due del mattino» nutre laicamente come pochi la preziosa arte del dubbio. «Non posso dire dove penso di arrivare a furia di camminare. Ho solo indizi interessanti che racconto. Su questa via di sicuro si incontra Francesco, mistico compagno di viaggio». Un incontro che sta a chi cammina fare. I luoghi sono già una specie di poesia: Sansepolcro, Citerna, Città di Castello, Gubbio, Assisi, Perugia, Trevi, Poreta, Pediluco, Monterotondo, 23 tappe e quasi altrettanti varianti.
«Dobbiamo ringraziare Fabrizio Ardito perché ci rimette in cammino seguendo i passi di San Francesco... il cammino ci fa essere noi stessi, ci obbliga a scendere da cavallo come fu per Francesco. Ci libera di pesi inutili e ci restituisce all'essenziale»: scrive questo nella prefazione Matteo Maria Zuppi, arcivescovo metropolitano di Bologna, uno che gira spesso in bici per la sua città e che dorme in una casa di riposo per preti. Francesco l'avrebbe preso con lui, saio, sandali, serenità.
Adriano Favaro 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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