Nella guida di Monique Pistolato dieci itinerari meno conosciuti alla scoperta di una città lagunare minore che resiste La parte invisibile di Venezia.
IL LIBRO
Perdersi in una Venezia poco calpestata, scoprire una città introversa, immergersi fino ad inebriarsi di sensazioni inattese.
I PERCORSI
Ecco l'itinerario che parte dalla stazione, s'infila nel ghetto ebraico e arriva fino ai Gesuati scoprendo parchi segreti. Da Piazzale Roma, invece, ci si incammina su Rio terà dei pensieri, si arriva a Santa Marta e si svolta sulla marittima: angoli tra panni stesi, chiese e movimenti del porto. E poi il viaggio a Sant'Erasmo, «l'isola considerata il fruttivendolo di Venezia» spiega la scrittrice, ma anche l'isola di San Michele in cui l'addio è presidiato dagli angeli, una sorta di «guscio dove il riposo di chi vi è sepolto è addolcito dalla ninna nanna dell'acqua». Segue l'antica isola convento di San Francesco che nel sottosuolo custodisce tracce romane con reperti del I, IV, e V secolo dopo Cristo. Abbracciando San Marco ecco San Giorgio, San Pietro in Castello e San Lazzaro degli Armeni. Ma lasciando gli itinerari storici c'è il viaggio a bordo di una boat house per canali ed isole in compagnia di aironi e paesaggi da sogno. «Sono case galleggianti pilotabili senza patente, confortevoli e di dimensioni diverse a seconda del numero degli ospiti» descrive la guida che fornisce dettagli su come spostarsi, orari dei mezzi, locali in cui assaggiare qualcosa di davvero locale, librerie e negozi che resistono all'orda turistica prima e al vuoto di adesso. Ma anche un susseguirsi di foto a colori, approfondimenti scritti in azzurro, come il colore dell'acqua e infine alcune pagine bianche per permettere al visitatore di scrivere delle annotazioni. L'autrice però si spinge anche oltre e accompagna il lettore al di là del ponte della Libertà in un itinerario che da piazza Ferretto porta al parco di San Giuliano, una passeggiata dall'ombelico di terraferma ad una porta d'acqua verso Venezia ed infine a Marghera nel capitolo intitolato Blade Runner tra brividi notturni, archeologia industriale, brulicare dei lavoratori della Fincantieri e ancora la laguna da sfondo. «Sono percorsi che si possono assaporare già seduti sul salotto di casa in questo periodo di sofferenza, rappresentano il mio amore incondizionato per Venezia» dice Monique Pistolato, nata a Parigi da genitori italiani emigrati e rientrata a Venezia da bambina. Tra i suoi lavori ricordiamo l'esordio con Bum Bum nel 2004, seguito dalla raccolta di racconti Un'altra stanza in laguna, Un tempo necessario e La carta non è impaziente.