Venezia. Rottweiler rincorre un ragazzo e poi ne morde un altro in campo Santa Margherita. Il commerciante: «È intervenuta la nostra security»

Martedì 14 Marzo 2023 di Tomaso Borzomì
Rottweiler rincorre un ragazzo e poi ne morde un altro in campo Santa Margherita. Il commerciante: «È intervenuta la nostra security»

VENEZIAControlli di polizia e bodyguard privati, pagati dagli esercenti, tengono sotto controllo la droga in campo Santa Margherita.

Per carità, il problema del decoro resta, ma è legato al rumore eccessivo e a qualche assembramento notturno segnalato dai residenti, ma l'emergenza spaccio sembra sia stata gestita. Almeno è quello che dichiara chi vive e lavora nella zona.

LE VOCI

Tommaso Costalonga, titolare dell'Orange e consigliere dell'Aepe (l'associazione dei pubblici esercizi), da tempo si spende per un campo più sicuro, elogia l'operato dei buttafuori, grazie ai quali il problema dello spaccio è stato contenuto. La zona della movida veneziana, assieme a Rialto e gli Ormesini, ha però registrato un episodio che ha fatto discutere, su cui proprio Costalonga interviene per ricostruire l'accaduto: «Il ragazzo che scappava da un gruppetto che lo rincorreva era quello che aveva il cane, il quale, tenuto libero e non al guinzaglio, ha morso un altro ragazzo. A quel punto, tutto il nucleo l'ha rincorso dopo un battibecco, finché il padrone del cane non è entrato in un bar. Nel frattempo però è intervenuta la security di cui ci siamo dotati a frenare l'evolversi della situazione».

Costalonga rivendica il fatto che la zona non sia abbandonata a sé stessa: «Il campo ha fatto progressi da anni a questa parte, mentre la soluzione che aveva trovato l'allora sindaco Orsoni era quella di chiuderci alle 23, facendoci perdere lavoro e dipendenti. Con questa amministrazione, invece, abbiamo instaurato un dialogo trovando un accordo, cioè noi ci dotiamo di sicurezza privata che vada a sostegno delle forze dell'ordine». E proprio sul dialogo insiste Costalonga: «La gestione della situazione di sabato sera è la riconferma che quando le parti si confrontano, i risultati arrivano. A conti fatti, non c'è stato nessuno che si sia fatto male, la situazione non è trascesa e tutto si è risolto nel giro di qualche minuto. Anche perché subito dopo sono arrivati i vigili». Il titolare del locale reagisce anche sul tema della sicurezza: «Lo stesso ragazzo che scappava ha trovato riparo in un locale della zona, segnale che si sentiva lui stesso al sicuro dentro al bar. Vuol dire che allora noi siamo sicuri. Non a caso c'è un costante dialogo con l'Aepe e l'amministrazione comunale, come abbiamo fatto anche per le immondizie, visto che dopo gli incontri sono stati messi più cestini e il problema è stato arginato». L'esercente se la prende con chi ha fatto la segnalazione: «Da che mondo è mondo, se c'è una urgenza, uno non chiama la municipale, fa il 113, quindi carabinieri o polizia di Stato, non capisco perché abbia agito, perdendo tempo».

GLI SCHIAMAZZI

Resta però il problema sonoro, con gli schiamazzi che perdurano anche dopo la chiusura degli esercizi commerciali: «Purtroppo serve un giro di vite da parte del Governo in questo senso, si deve dare la possibilità ai vigili di fare la multa, perché se no diventa difficile agire. Se uno si mette di notte a suonare con i tamburi allora si deve intervenire con una multa pesante, ma invece la fattispecie non è configurata». Un nervo scoperto legato proprio alla residenza, dove chi abita in zona fatica a convivere con il disagio legato al rumore, sebbene sia soddisfatta del comportamento adottato verso il tema della droga. Giovanna, residente della zona, commenta: «Lo spaccio è stato affrontato con interventi mirati dal questore, ci sono ancora due tre personaggi che girano tra il ponte dell'Inps, ma non sono più stanziali qui, sono diventati "itineranti". Del resto, siamo la città con la più alta incidenza di uso e consumo, per cui sarà difficile debellarla del tutto. Almeno però ora è sotto controllo». Resta insoddisfatto il tema legato al caos: «Con trenta locali è normale avere rumore, però un conto è fino a mezzanotte, un conto è fino a tarda notte. Aspettavamo la delibera per limitare le chiusure, ma con l'assessore Pesce non siamo ancora riusciti a dialogare, per ora non abbiamo riscontro». La residente conclude: «Se i locali chiudessero prima, alle 23, tutto sommato il caos per l'1 potrebbe finire».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci