VENEZIA - Erano state una settantina nel 2020.
LA QUESTIONE DEL DOLO
Che i furbetti del reddito sarebbero stati un problema lo si era capito da subito. Ora i nodi vengono al pettine. E sono sempre più numerosi. La Procura, in genere, sta adottando il giudizio immediato per sveltire i tempi di questi processi che rischiano, appunto, di intasare il sistema. Molti imputati, poi, hanno già scelto di patteggiare. Ci sono state anche alcune assoluzione, legate all'aspetto del dolo. Persone cioè che hanno convinto il giudice di non aver compreso la norma e di aver quindi agito in buona fede. In particolare sul divieto di percepire altri redditi, magari minimi.
IL REDDITO DA GIOCARE
Un po' per questo, un po' per la gran massa di fascicoli, l'Inps finora ha scelto di costituirsi parte civile solo in alcuni casi. I più gravi. Riservandosi comunque di procedere in sede civile per recuperare le somme. Il primo processo che vede l'Istituto di previdenza parte civile dovrebbe andare a sentenza proprio oggi. Davanti al giudice monocratico di Venezia comparirà una donna accusa di aver utilizzato il reddito di cittadinanza per giocare online. Un'entrata in più da dedicare alla sua dipendenza. E non sarebbe un caso isolato.
LE VERIFICHE
Altre storie interessanti erano state scoperte anche dai carabinieri in un'indagine dell'anno scorso che aveva passato il rassegna 6.500 posizioni, denunciato 35 persone, per un totale di 130mila euro di aiuti percepiti indebitamenti. Tutto era cominciato dall'arresto per droga, a maggio, di Bruno Tommasini, 75 anni, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, in passato vicino alla Mala del Brenta. In macchina gli trovarono 160 grammi di cocaina. Dai successivi accertamenti, emerse che percepiva 400 euro al mese di reddito di cittadinanza, a cui non aveva diritto perché sottoposto a un obbligo di presentazione per varie condanne ormai definitive. Altro caso eclatante quello di un bengalese, titolare di un Caf di Mestre, che per ottenere il reddito di cittadinanza aveva dichiarato e fatto dichiarare il falso sul suo arrivo in Italia anche a un paio di suoi concittadini.