Recinti anti-sbandati in centro: filo spinato sui cancelli contro spaccio e degrado

Lunedì 7 Agosto 2023 di Giulia Zennaro
Il filo spinato su un cancello in via Carducci

MESTRE - «Che siamo arrivati al punto di mettere il filo spinato io lo vedo come una sconfitta, oltre che un brutto segno. Queste cose le ho viste solo in paesi come il Sudafrica, in cui ci sono situazioni di delinquenza grave, non mi aspettavo di vederle a Mestre». È la considerazione sconcertata di uno dei residenti di via Carducci dove, al civico 53, è spuntato dalla sera alla mattina il filo spinato a proteggere l’accesso allo studio dentistico Drm, che si affaccia proprio sulla strada e dove, riferiscono gli abitanti dei condomini vicini, da mesi c’è un viavai di senzatetto, spacciatori e balordi vari che pernottano, si lavano, fanno i loro bisogni negli spazi di chi vive e lavora nel quartiere.

Non è chiaro chi abbia messo il filo spinato: il titolare dello studio dentistico, il dottor Enrico Marcon, dice di non essere a conoscenza di questa iniziativa. «Le dipendenti dello studio hanno paura ad aprire perché tutti i giorni trovano senzatetto che si introducono per dormire. Il dottore chiama la polizia tutti i santi giorni per sgomberarli, ma questi poi tornano e anzi orinano tranquillamente sulle finestre dello studio, mentre loro lavorano. Non ne possiamo più: l’amministrazione, invece di pensare alle aiuole fiorite, pensi a togliere questa gente dalla strada perché non è giusto che per difenderci dobbiamo spendere migliaia di euro per fare altri cancelli che poi verranno comunque scavalcati», si sfoga una condomina. 


TAPPA FISSA ALL’IN’S
«C’è un gruppetto di senza fissa dimora, tra i dieci e il dodici individui, metà nordafricani e metà italiani, che staziona sotto il portico dell’In’s. Tutta la zona di via Felisati, Mazzini, Carducci e Verdi è ormai ostaggio del degrado: quando usciamo di casa dobbiamo farci largo tra persone che dormono e bivaccano, la loro sporcizia e tracce di pessime digestioni», spiega una signora. Un residente di questo quartiere che i senzatetto hanno eletto a loro bivacco spiega che «una volta in questa zona c’erano i tossicodipendenti che prendevano l’autobus numero 7, che collega il Serd con il centro di Mestre, andavano a prendersi il metadone e tornavano. Ora, grazie anche alle politiche sociali, molti di questi sono diventati ex tossici e sono spariti, in compenso sono arrivati i senzatetto». Molti senzatetto potrebbero non essere ancora stati “censiti” dagli abitanti del quartiere: come spiega un altro residente in via Carducci, alcuni si rifugiano negli stabili abbandonati. «C’è l’ex palazzo Telecom in via Carducci che è sfitto da anni e abbandonato ma dalle case adiacenti si vede biancheria stesa, perciò qualcuno ci dorme. Lo testimonia anche la quantità di rifiuti che troviamo abbandonati lì davanti. Dalla via dietro a quel palazzo fino al bar da Gino si sente odore di urina, ci sono escrementi per terra, è una zona che sarebbe da bonificare. L’amministrazione dovrebbe provvedere a sprangare porte e finestre dello stabile». E pensare che non ci troviamo certo in periferia: a poche centinaia di metri c’è piazza Ferretto. «La cosa assurda è proprio questa, siamo vicinissimi al museo M9, uno dei vanti della città. Si passa dalla bellezza dell’arte allo schifo umano in poche centinaia di metri». 


TURISMO IN ALLARME
I residenti sono preoccupati che il persistere di queste situazioni di degrado possa tradursi negativamente sul turismo: sono già fioccate diverse recensioni negative online di hotel e locazioni della zona, sconsigliate dai turisti non per il cattivo servizio ma per le situazioni di pericolosità che hanno riscontrato loro stessi. «Non è bello che i turisti che pernottano a Mestre debbano assistere a certe scene di degrado quando prendono l’autobus. Persino i frati cappuccini hanno chiuso il passaggio con i cancelli, perché si trovavano la gente che dormiva e orinava sulle scale. Anche le attività commerciali della zona ne stanno risentendo: il comune deve intervenire». 
 

Ultimo aggiornamento: 17:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci