CHIOGGIA (VENEZIA) - «Presidente Zaia, aiutaci tu». Non sa più cosa fare il papà di Luca, il tredicenne autistico ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale cittadino e che la famiglia non può riaccogliere in casa.
L'appello
E così, anche se dalla manifestazione sono passati solo quattro giorni e solo due dalla lettera formale, il genitore ha deciso di rivolgersi direttamente al presidente regionale, sperando che questo possa accelerare i tempi, «Spero legga questa lettera di un papà disperato», scrive l’uomo. «Luca, nel giro di tre anni, è stato ricoverato 5 volte, 3 a Chioggia e 2 a Verona, sempre in psichiatria per adulti, dove un minore non dovrebbe mai stare». Il suo ultimo ricovero, a Chioggia, dura da 50 giorni e, ora, la struttura vorrebbe dimetterlo e riconsegnarlo alla famiglia. Ma il problema è che, se la psichiatria non è il reparto “giusto” per i problemi di un ragazzo autistico (servirebbe la neuropsichiatria infantile, per la quale ci sono posti letto solo a Verona e Padova e si parla di novembre a Dolo) neppure la famiglia è in grado di provvedere.
La situazione
«Mio figlio sta peggiorando – scrive il papà – è un bambino ma ha la struttura fisica di un uomo, un metro e 70 di altezza, 70 chili di peso. E’ diventato ingestibile, a causa della sua forza e della sua aggressività. Vive con la mamma e i nonni (siamo divorziati). In casa ha costretto la mamma e i nonni a vivere con un casco di protezione e ha distrutto due televisori». Il padre, motorista su un peschereccio, lo assiste come può: in questi mesi l’ospedale è diventato quasi una seconda casa per lui ma, in generale, il suo lavoro, con le lunghe uscite in mare, non gli lascia molto tempo libero e quello che guadagna lavorando non gli permette di pagare l’assistenza h 24 di cui avrebbe bisogno Luca. «Ogni mese devo versare 600 euro di mantenimento alla mia ex moglie e pagare altri 400 euro di affitto»: gli resta, quindi, appena di che vivere e, nello stesso tempo, non può rinunciare a lavorare per accudire il figlio quanto ne avrebbe bisogno. Ma la richiesta di una comunità che se ne prenda cura non è lo “sfogo” (peraltro comprensibilissimo) di una famiglia che si trova in estrema difficoltà, è una esplicita indicazione medica. «Dopo l’ultimo ricovero, a dicembre 2022, tra Chioggia e Verona – continua il papà di Luca – il dottor Zoccante (primario di neuropsichiatria infantile a Verona), ci ha prescritto il ricovero in una struttura adatta a lui ma, in tanti mesi, non si è vista alcuna risposta dal Distretto di Chioggia. La medicina fa ciò che può ma il problema è che a Luca manca un ambiente dove poter stare tranquillo e circondato da persone che interagiscano con lui».
«Vedere mio figlio che peggiora giorno dopo giorno – conclude il papà di Luca – mi procura un dolore immenso: non è giusta una cosa del genere, sentirsi soli e impotenti. Caro presidente, spero mi aiuti a sistemare questo ragazzo. Siamo disperati. Distinti saluti. Il papà di Luca».
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