PORTOGRUARO - Novità sul caso Unabomber, le vittime chiedono la riapertura delle indagini. Nel 2000 un uomo di Azzano, in provincia di Pordenone ha acquistato una confezione di uova al Continente di Portogruaro. Una volta a casa, però, si è accorto che da una delle uova usciva uno strano filo. L'uomo ha consegnato l'intera confezione ai Carabinieri. All'uovo era collegata una carica esplosiva. Furono recuperati un capello e della saliva.
La richiesta è di rianalizzare oggi, alla luce dei progressi tecnologici, quei reperti. Tra questi, la banca dati del Dna in Italia, istituita proprio nei mesi in cui lo Stato archiviava l'inchiesta a carico del sospettato principale dell'epoca, l'ingegner Elvo Zornitta di Azzano Decimo.
Tra coloro che chiedono la riapertura delle indagini, c'è anche Francesca Girardi, 28 anni, che nel 2003 - ad appena 9 anni - giocando con un amichetto sul greto del Piave, raccolse un evidenziatore giallo che gli esplose in faccia. A svolgere le indagini negli anni si sono succeduti centinaia di investigatori, coordinati alternativamente da più procure: Pordenone, Udine, Treviso, Venezia e Trieste.
La testimonianza
Francesca Girardi, nel documentario sul caso Unabomber andato in onda su Rai2, ha raccontato la sua terribile esperienza: «Unabomber era lì, ci ha visti, ci ha scelti. Ci ha guardati sorridendo». Nello scoppio dell’evidenziatore giallo, Francesca ha perso l’occhio destro e la mano destra.