Decoro a Venezia. Banchi e tavolini, altolà della soprintendente Carpani: «Sanzioni più incisive»

Venerdì 15 Luglio 2022 di Costanza Francesconi
VENEZIA La Soprintendente è intervenuta anche sui plateatici in città troppo invadenti
1

VENEZIA - Dentro, nell’Ala Napoleonica di e le Procuratie Nuove, 850 metri quadri di sale reali sono appena stati restaurati magistralmente a ricordare il prestigio del Palazzo Reale di Venezia nel mondo e nei secoli. Fuori, sui masegni di quello stesso “salotto di casa” che ne è il primo assaggio, il souk dei banchetti di souvenir tornati alla carica senza regole né decoro, lega entrambe le due facce della città. In mezzo, a dividere il paradosso, piazza San Marco, dove la stessa Emanuela Carpani, soprintendente ad Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna nota la contrapposizione. Quello del degrado urbano dato dal commercio che banchetta in calle – non in tutti i casi, per fortuna – è un nodo al pettine che nemmeno i mesi di pandemia e di ripartenza con annesse misure prese dall’amministrazione comunale hanno sciolto a Venezia.
 

SANZIONI PIU’ EFFICACI 
«Ben vengano le delibere portate avanti dal Consiglio Comunale che rappresentano lo strumento di legge a cui fare affidamento – chiarisce la soprintendente Carpani - L’applicazione però dovrebbe essere forse ancora più incisiva, con misure sanzionatorie più efficaci. Certo non è semplice. Dei controlli regolari, a tappeto nel territorio potrebbero fare la differenza, visto come stanno evolvendo le cose in città».
Gli strumenti esistano ma basta fare una passeggiata per San Marco e lungo tutta riva degli Schiavoni, per Strada Nuova e Lista di Spagna, dove il libero mercato è letterale, con banchi di cui nemmeno si scorge più la struttura, strabordanti di merci stese o appese ben oltre il perimetro concesso a ciascun venditore. Il risultato è una visione di Venezia che ricorda più la medina di Marrakech, e stride con operazioni culturali di restauro e ripristino che, come nel caso dell’apertura delle venti sale del Palazzo Reale, proteggono le fragilità di Venezia, facendone un tesoro. 
 

I PLATEATICI
«Si tratta di far rispettare l’articolo 52 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Esercizio del commercio in aree di valore culturale e nei locali storici tradizionali – ricorda la soprintendente - Su questo scenario, il tema dei plateatici ampliati per il Covid e accordati in certi casi fino a settembre non rappresentano in assoluto una priorità in termini di tutela e salvaguardia di Venezia. O meglio, dipende da caso a caso – precisa - Non sono in sé e per sé da screditare ma sicuramente vanno considerate le singole circostanze». 
 

GLI OMBRELLONI IN PIAZZA
Lo stesso discorso vale per i chiacchieratissimi ombrelloni bianchi aperti a far ombra nei caffè storici di piazza San Marco. «Possono essere predisposti e regolati in maniera non impattante, senza risultare invasivi né all’occhio né alla viabilità di Venezia – considera la soprintendente - Se studiati con criterio, non rappresentano un elemento di arredo urbano da contrastare in toto». Vincerebbero a rigore buon senso e buon gusto condivisi, come nel caso dei concerti ospitati in piazza su cui possono opinare i detrattori ma che in generale, se organizzati con senno, non rappresentano una minaccia per i monumenti circostanti.
 

I CONCERTI 
«L’acustica, la capienza e l’allestimento del palco e dei posti a sedere devono senz’altro valutare la presenza di vetrate, serramenti piombati e svariati decori delicati che certo potrebbero risentire delle vibrazioni – conclude Emanuela Carpani - Tenuto sicuramente conto di questo, non vedo perché appuntamenti musicali di prestigio non debbano svolgersi in questa cornice». 
 

Ultimo aggiornamento: 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci