Albino Luciani, un mese di papato nella storia

Lunedì 20 Giugno 2022 di Alberto Toso Fei
Albino Luciani

Fu il terzo Patriarca di Venezia eletto al soglio di Pietro nel corso del Novecento, dopo Giuseppe Melchiorre Sarto (Pio X) e Angelo Roncalli (Giovanni XXIII). Albino Luciani ebbe uno dei pontificati più brevi della storia, eppure riuscì nello spazio di un mese a lasciare un ricordo indelebile del suo passaggio. Viene ricordato ancora oggi come il Papa del sorriso per la sua grande naturalezza, ma anche per quella affermazione - Dio è papà, più ancora è madre - che pur essendo una citazione dell'Antico Testamento fece scalpore quando fu pronunciata.
In soli trentatré giorni, tanti ne durò il suo pontificato, introdusse delle significative innovazioni nel protocollo: fu il primo pontefice a desiderare di parlare alla folla dopo l'elezione ma, poiché non era consuetudine, preferì rinunciare (ci pensò invece il suo successore, Karol Wojtyla, a prendere la parola). Fu il primo ad abbandonare il tradizionale plurale maiestatis nei discorsi, rivolgendosi in prima persona ai fedeli. Optò per una cerimonia sobria in luogo dell'incoronazione, esempio che fu poi imitato dai suoi successori.
Fu sempre molto naturale e umano nelle sue espressioni, senza avere pudori nell'ammettere la sua timidezza di carattere o il grande peso che avvertiva per la responsabilità che gli era stata assegnata. Anche questo lo rese popolare e amato.

Albino Luciani nacque a Canale d'Agordo, nel bellunese, il 17 ottobre 1912; il padre Giovanni si era risposato con Bortola Tancon dopo aver perduto la prima moglie Rosa e un figlio; il futuro Papa ebbe due fratelli e una sorella, oltre a due sorellastre nate dal primo matrimonio. La famiglia viveva in ristrettezze, e Luciani non fece mai segreto di aver sofferto la fame; a un certo punto il padre emigrò in Svizzera. A 11 anni Albino Luciani entrò in seminario a Feltre, e dopo aver perfezionato gli studi a Belluno fu ordinato sacerdote il 7 luglio 1935. Studioso, fu insegnante e vice-rettore del Seminario Gregoriano di Belluno, e nel 1947 conseguì la laurea in teologia alla Pontificia università gregoriana di Roma. Nel 1954 fu vicario generale della diocesi di Belluno, due anni più tardi canonico della cattedrale del capoluogo veneto. Per due volte la sua nomina vescovile fu respinta per le sue apparenti condizioni di salute precarie, la voce flebile e l'aspetto nel complesso dimesso. Ci pensò Giovanni XXIII a promuoverlo vescovo di Vittorio Veneto, il 15 dicembre 1958. E a quanti gli fecero notare le condizioni cagionevoli di Luciani, Roncalli rispose da par suo: Vorrà dire che morirà vescovo.
Fu vescovo di Vittorio Veneto tra il 1959 e il 1969, e in questo decennio espresse il meglio di sé nella catechesi, nell'attenzione ai giovani e nella conoscenza delle altre chiese del mondo, a cominciare da quella africana. Fu Paolo VI a volerlo a capo della diocesi veneziana: più tardi, in visita a Venezia nel 1972, con un gesto irrituale il pontefice si tolse la stola e la mise sulle spalle di Luciani; atto che fu considerato profetico dell'elezione del patriarca, che al momento di decidere il nome assunse su di sé quello dei due predecessori.
Non si aspettava di essere eletto: il giorno stesso dell'entrata in conclave andò a sollecitare il meccanico perché aggiustasse in fretta la sua vecchia auto, che si era rotta alle porte di Roma, dicendogli che dovendo tornare a Venezia non avrebbe saputo come fare a recuperarla.
Il conclave fu velocissimo: dopo la quarta votazione, alle 19.18 del 26 agosto 1978, Albino Luciani fu eletto con 101 voti su 111, il quorum più alto di tutti i conclavi del Novecento. Per un errore del cardinale fochista, la fumata bianca che doveva annunciarne l'elezione fu inizialmente molto scura (in seguito diverse teorie del complotto collegarono la fumata nera a un cattivo presagio). Dio vi perdoni per quello che avete fatto, disse ai cardinali prima di affacciarsi al balcone. E in attesa di incontrare la folla, ripeté più volte Tempestas magna est super me, una grande tempesta è sopra di me. Il 28 settembre successivo il nome di Giovanni Paolo I veniva consegnato alla storia. Trentatré giorni di pontificato, lo spazio di un sorriso.
 

(Disegno di Matteo Bergamelli)

Ultimo aggiornamento: 16:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci