Giuliano morto in stage, i presidi del Veneziano: «Alternanza scuola-lavoro? Non si torna indietro»

Giovedì 22 Settembre 2022 di Teresa Infanti
Giuliano morto in stage, i presidi del Veneziano: «Alternanza scuola-lavoro? Non si torna indietro»
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PORTOGRUARO - «Siamo umanamente vicini alla famiglia di Giuliano De Seta, ma non si metta in discussione l'alternanza scuola-lavoro». È un coro unanime quello che si alza dai presidi del Veneziano che si sono schierati in difesa dei cosiddetti Ptco, i Percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento.

Associazione presidi

«Con l'alternanza scuola-lavoro - commenta Luigi Zennaro, presidente dell'Associazione nazionale presidi di Venezia - abbiamo fatto dei passi avanti e ora qualcuno vorrebbe farci tornare indietro.

Gli stage in alternanza con la scuola hanno una storia che non nasce ieri. Per gli istituti tecnici fino a qualche anno fa le ore di stage erano 400. Capisco che dopo un fatto così tragico ci si ponga delle domande, ma quelle che vivono i ragazzi sono esperienze significative a cui non possiamo rinunciare. Perfezioniamo alcuni aspetti organizzativi che consentano, ad esempio, di far partire gli stage nello stesso momento in tutte le classi, ma non mettiamo in dubbio l'importanza di questi percorsi formativi. Vanno indagate piuttosto le condizioni di lavoro nelle aziende. In Italia prosegue Zennaro, che attualmente ricopre il ruolo di dirigente all'Istituto comprensivo Chioggia 2 e Camponogara manca una vera cultura della sicurezza. Quanto investono le aziende su questo fronte? Siamo davvero molto scossi per la tragedia di Noventa e con il cuore siamo vicini alla famiglia di Giuliano. In lui vediamo un nostro figlio. Non dobbiamo però fare l'errore di criticare i Ptco, che per gli istituti tecnici e professionali andrebbero addiritura potenziati perché mettono in collegamento il mondo della scuola con le imprese, aiutando i ragazzi a trovare la loro strada».

L'istituto Da Vinci

La stessa dirigente dell'Isis Da Vinci di Portogruaro, la scuola frequentata da Giuliano De Seta, nonostante la decisione presa subito dopo la tragedia di sospendere gli stage, non ha demonizzato l'alternanza scuola-lavoro. «Questi progetti prevedono un contatto stretto tra aziende e istituti. Per gli istituti tecnici e professionali come il nostro ha detto - L'esperienza in azienda come stagisti, e non come lavoratori, è un'esperienza che i ragazzi apprezzano, li motiva, è di orientamento rispetto a quello che sarà il loro futuro, professionale o scolastico. I ragazzi ha aggiunto - hanno modo di comprendere come si articola il mondo del lavoro rispetto a quello che stanno studiano. Non vanno nelle aziende a lavorare, ma a fare uno stage».
«La normativa ha commentato anche la dirigente dell'Isis Luzzatto di Portogruaro Claudia Antonini - è chiara e prevede che le scuole organizzino i Ptco. Istituto e azienda sottoscrivono una convenzione che regola le attività di stage e prevede la nomina di un tutor aziendale che deve rapportarsi con il tutor scolastico, anche ai fini della valutazione dei ragazzi. Attualmente noi abbiamo due classi in alternanza scuola-lavoro e proprio in questi giorni ci è capito che un tutor aziendale abbia contattato la scuola per segnalare che il ragazzo non si era presentato. Gli studenti ha proseguito la dirigente, il cui istituto offre curricoli quinquennali di studio nei settori aziendale-amministrativo, turistico, informatico, socio-sanitario, della grafica pubblicitaria e delle relazioni internazionali ci chiedono di fare gli stage, così come ce lo chiedono le famiglie. Questi percorsi, che solitamente vengono attivati nel triennio, sono a mio avviso molto positivi, perché permettono di far capire ai ragazzi se la scelta di indirizzo di studi che hanno fatto è giusta per loro oppure no. I nostri ragazzi vengono inviati in luoghi di lavoro che non presentano grandi rischi, dalle agenzie di viaggio agli alberghi, fino alle case di riposo. I feedback che mi arrivano sono sempre positivi. Molte volte, terminato il percorso di studi, questi giovani vengono anche inseriti nelle aziende in cui hanno svolto gli stage. Fortunatamente noi non abbiamo mai avuto problemi e capisco che davanti a una simile disgrazia ci si interroghi sul tema. La normativa però è chiara e completa e se ci si attenesse alle regole ha concluso - fatti simili non dovrebbero accadere».
 

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