Entro il 2027 le navi da crociera torneranno a Venezia: no ai "bestioni del mare", ok solo alle imbarcazioni fino a 60mila tonnellate

Martedì 19 Settembre 2023 di Roberta Brunetti
Entro il 2027 le navi da crociera torneranno a Venezia: no ai "bestioni del mare", via libera solo alle imbarcazioni fino a 60mila tonnellate

VENEZIA - L’obiettivo è quello di far tornare le navi da crociera alla stazione marittima di Venezia, nel cuore della città storica, per la primavera del 2027.

Non più i bestioni del mare, che tante proteste avevano sollevato a livello internazionale, stoppate dal governo Draghi nel 2021. Ma comunque imbarcazioni di una certa importanza - fino a 60mila tonnellate di stazza e 250 metri di lunghezza - che non passerebbero più per il bacino di San Marco, entrando in laguna dalla bocca di porto del Lido, come accadeva fino a due anni fa, ma raggiungerebbero la stazione marittima dalla parte opposta, passando per Marghera, dopo essere transitate per la bocca di porto di Malamocco e il canale dei petroli. Per questo l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale, a giorni, pubblicherà un bando per la progettazione dello scavo del canale Vittorio Emanuele III, la via d’acqua parallela al ponte translagunare che collega appunto Marghera alla Marittima. L’annuncio lo ha dato ieri lo stesso presidente dell’Autorità portuale, nonché commissario alle crociere, Fulvio Lino Di Blasio, in un incontro con la stampa che ha fatto il punto sui prossimi passaggi. Oltre al bando sul Vittorio Emanuele, ne sarà pubblicato un altro anche per l’adeguamento del canale dei petroli, il Malamocco-Marghera, che pure necessita di scavi che rendano più sicura la navigazione. Mentre un terzo bando riguarderà la realizzazione di una nuova isola artificiale in laguna, davanti a Marghera, dove smaltire i milioni di metri cubi di fanghi che saranno scavati anche in questi due interventi.

LA NECESSITÀ DI AGIRE

Questioni complesse e annose. Temi delicati, a lungo dibattuti in città e non solo. Lo scavo del Vittorio Emanuele, in particolare, con il ritorno delle navi in Marittima, è sostenuto con forza dal Comune. Contrario, con altrettanta forza, il mondo ambientalista. Mentre l’estromissione delle grandi navi dalla laguna resta una delle raccomandazioni ribadite dall’Unesco dopo l’ultimo summit di Riad, che pure ha “salvato” la città dall’inserimento dei siti in pericoli. Questioni che all’Autorità portuale conoscono bene. È il «grande tema della competitività tra sviluppo economico e morfologia della laguna che abbiamo affrontato in questo ultimo anno e mezzo» ha sintetizzato Di Blasio che citando l’immancabile Cristoforo Sabbadino, il grande ingegnere idraulico della Venezia del 1500, ha ribadito la necessità di «essere pro attivi rispetto ai problemi». Per il presidente un nuovo «equilibrio è già possibile». E passa per nuovi scavi, da eseguire nel rispetto dell’ambiente, ma indispensabili per l’operatività del porto. «Dopo una lunga fase di ascolto, a un certo punto, bisogna agire - ha ribadito il presidente - Il dragaggio è una necessità per garantire la vitalità socioeconomica della città indicata dalla stessa Legge speciale. In questo senso è una priorità nazionale».

PRIMI PASSI

Fin qui gli intenti. Nella pratica siamo solo ai primi passi di percorsi ancora lunghi e che potrebbero incontrare ostacoli nell’iter autorizzativo. Il bando per la progettazione dello scavo del Vittorio Emanuele, probabilmente il più atteso, immagina una serie di simulazioni e due stralci operativi. Con il primo il canale sarebbe portato a una profondità di 8 metri, per il transito di navi fino a 50mila tonnellate; con il secondo a 9 metri, per natanti da 60mila tonnellate. Prima di ogni intervento, però, dovranno arrivare le autorizzazioni ambientali. «Abbiamo optato per una Via statale, a garanzia della massima verifica dal punto di vista ambientale» ha sottolineato Di Blasio. Quanto ai tempi, «quest’anno e il prossimo serviranno per la progettazione e la Via. Nel 2025 e 2026 potrebbero iniziare i lavori del primo stralcio. E le prime navi arrivare in marittima nella primavera 2027» ha calcolato il presidente. L’ipotesi è di un’ottantina di toccate l’anno, che raddoppierebbero con la realizzazione del secondo stralcio. Navi relativamente piccole. «Per quelle sopra i 250 metri di lunghezza continuiamo a lavorare per una nuova stazione da ricavare nel canale industriale nord di Marghera» ha ricordato Di Blasio.

OFF SHORE, SI RIPARTE

Ma in prospettiva resta sempre l’ipotesi di un porto offshore da realizzare per estromettere le grandi navi dalla laguna. Ipotesi che già una volta ha salvato Venezia dalla black list dell’Unesco che anche la settimana scorsa ha ribadito la raccomandazione. Ieri Di Blasio è stato cauto sul punto. «La soluzione “fuori dalla laguna” era stata indicata come concorso di idee - ha ricordato - quindi in forma molto preliminare per capire se fosse davvero sostenibile. Certo, è una cosa che resta. Ora stiamo valutando se rifare un concorso (dopo lo stop imposto da Tar e Consiglio di Stato, che ha accolto il ricordo di una società esclusa, ndr.) o se riaprire i termini». Sarà un riavvio dopo oltre un anno di stop.

Ultimo aggiornamento: 16:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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