VENEZIA - L’obiettivo è quello di far tornare le navi da crociera alla stazione marittima di Venezia, nel cuore della città storica, per la primavera del 2027.
LA NECESSITÀ DI AGIRE
Questioni complesse e annose. Temi delicati, a lungo dibattuti in città e non solo. Lo scavo del Vittorio Emanuele, in particolare, con il ritorno delle navi in Marittima, è sostenuto con forza dal Comune. Contrario, con altrettanta forza, il mondo ambientalista. Mentre l’estromissione delle grandi navi dalla laguna resta una delle raccomandazioni ribadite dall’Unesco dopo l’ultimo summit di Riad, che pure ha “salvato” la città dall’inserimento dei siti in pericoli. Questioni che all’Autorità portuale conoscono bene. È il «grande tema della competitività tra sviluppo economico e morfologia della laguna che abbiamo affrontato in questo ultimo anno e mezzo» ha sintetizzato Di Blasio che citando l’immancabile Cristoforo Sabbadino, il grande ingegnere idraulico della Venezia del 1500, ha ribadito la necessità di «essere pro attivi rispetto ai problemi». Per il presidente un nuovo «equilibrio è già possibile». E passa per nuovi scavi, da eseguire nel rispetto dell’ambiente, ma indispensabili per l’operatività del porto. «Dopo una lunga fase di ascolto, a un certo punto, bisogna agire - ha ribadito il presidente - Il dragaggio è una necessità per garantire la vitalità socioeconomica della città indicata dalla stessa Legge speciale. In questo senso è una priorità nazionale».
PRIMI PASSI
Fin qui gli intenti. Nella pratica siamo solo ai primi passi di percorsi ancora lunghi e che potrebbero incontrare ostacoli nell’iter autorizzativo. Il bando per la progettazione dello scavo del Vittorio Emanuele, probabilmente il più atteso, immagina una serie di simulazioni e due stralci operativi. Con il primo il canale sarebbe portato a una profondità di 8 metri, per il transito di navi fino a 50mila tonnellate; con il secondo a 9 metri, per natanti da 60mila tonnellate. Prima di ogni intervento, però, dovranno arrivare le autorizzazioni ambientali. «Abbiamo optato per una Via statale, a garanzia della massima verifica dal punto di vista ambientale» ha sottolineato Di Blasio. Quanto ai tempi, «quest’anno e il prossimo serviranno per la progettazione e la Via. Nel 2025 e 2026 potrebbero iniziare i lavori del primo stralcio. E le prime navi arrivare in marittima nella primavera 2027» ha calcolato il presidente. L’ipotesi è di un’ottantina di toccate l’anno, che raddoppierebbero con la realizzazione del secondo stralcio. Navi relativamente piccole. «Per quelle sopra i 250 metri di lunghezza continuiamo a lavorare per una nuova stazione da ricavare nel canale industriale nord di Marghera» ha ricordato Di Blasio.
OFF SHORE, SI RIPARTE
Ma in prospettiva resta sempre l’ipotesi di un porto offshore da realizzare per estromettere le grandi navi dalla laguna. Ipotesi che già una volta ha salvato Venezia dalla black list dell’Unesco che anche la settimana scorsa ha ribadito la raccomandazione. Ieri Di Blasio è stato cauto sul punto. «La soluzione “fuori dalla laguna” era stata indicata come concorso di idee - ha ricordato - quindi in forma molto preliminare per capire se fosse davvero sostenibile. Certo, è una cosa che resta. Ora stiamo valutando se rifare un concorso (dopo lo stop imposto da Tar e Consiglio di Stato, che ha accolto il ricordo di una società esclusa, ndr.) o se riaprire i termini». Sarà un riavvio dopo oltre un anno di stop.
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