Addio a Luigi Brasi il decano dei fotografi in Piazza San Marco

Sabato 17 Febbraio 2024 di Tomaso Borzomì
Luigi Brasi

VENEZIA - Per anni ha immortalato persone che arrivavano in uno dei posti più belli del mondo, piazza San Marco, regalando loro un ricordo indelebile. Luigi Brasi si è spento a 85 anni lasciando la moglie Elda ei tre figli Stefano, Andrea e Federico. Una vita trascorsa in piazza munito di treppiede, passando dal telaio in legno alle reflex, sempre con l'occhio esperto di chi riusciva a valorizzare ogni scorcio dell'area marciana.
A ricordare il papà è Stefano, che fino a qualche mese fa ha svolto lo stesso mestiere, seguendone le orme: «Gigeto, come lo chiamavamo in famiglia perché era di corporatura esile, era nato nel 1938.

Subito dopo la "laurea", cioè la quinta elementare, ha cominciato a darsi da fare nell'orbita dei fotografi, diventando quello che si chiamava "fattorino" di uno dei venti fotografi che avevano la licenza per lavorare in piazza».

PASSIONE INNATA
Una passione innata, assieme a quella per la musica e per la pesca, coltivata con il tempo, catturando con l'occhio le capacità dei più esperti, come fanno i bravi fotografi: «Il fattorino era colui che portava la carta fotografica dalle postazioni al laboratorio. Una volta infatti si usavano i telai in legno con all'interno la carta che poi andava sviluppata e stampata. Per anni ha fatto su e giù per il ponte dei Dai, finché non è diventato titolare di una delle autorizzazioni, nel 1965, qualche giorno prima di sposarsi».
Brasi ha proseguito nella sua lunga carriera fino al 2011, quando ha lasciato il passo al figlio: «Veniva comunque ad aiutarmi. Era passato per le varie epoche tecnologiche della fotografia, dal bianco e nero ai primi sviluppi a colori, in mezzo c'è stato il tempo delle polaroid istantanee, poi quello dei minilab, usati per fare il procedimento della foto senza passare manualmente il rullino e il materiale da stampa da una vasca all'altra. In cinque-sei minuti lo scatto è diventato reale, grazie alle produzioni di Fuji, Agfa e Kodak. Fino al digitale, anche se papà difficilmente rinunciava al suo treppiede in legno».

PESCA E MUSICA
Stefano ricorda il padre come un uomo «buono, simpatico, che si faceva benvolere» e con una passione smisurata per la pesca: «Ha sempre avuto un sorriso per tutti e oltre alla fotografia era appassionatissimo di pesca. Tanto che nella foto del necrologio abbiamo scelto quella in cui tenevamo con sé un branzino».
Oltre a questo passatempo, c'era anche la musica: «In casa non mancava il suono della fisarmonica. Era un autodidatta, ma sapeva leggere gli spartiti e spesso andava a "rompere" ai musicisti dei caffè della piazza per farsi dare qualche foglio».
Anche il sindaco di Venezia ha voluto omaggiare Brasi: «A lui va il nostro più sentito ringraziamento aver saputo rappresentare la migliore venezianità attraverso la sua preziosa attività artigianale. La città di Venezia ed io vi siamo vicini con la certezza che Luigi rimarrà per sempre vivo nei pensieri delle tante persone che gli hanno voluto bene e con l'auspicio che possa essere di esempio per le nuove generazioni». I funerali si terranno a San Michele martedì alle 11.
 

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