​Degrado a Mestre, l'ultima frontiera in Corso del Popolo. «Succede tutto davanti ai bambini»

Giovedì 29 Dicembre 2022
Degrado a Mestre, l'ultima frontiera in Corso del Popolo
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MESTRE - Spacciatori, clienti degli spacciatori che si fanno, mendicanti molesti, scippatori, truffatori, ladri. È l'altra faccia di corso del Popolo, la strada pensata come un boulevard tra piazza Barche e il cavalcavia che porta a Venezia.

L'altra faccia che raccontano commercianti e residenti, in particolare dopo le sei del pomeriggio e nel fine settimana. E si ha la netta impressione che, oltre alla criminalità grande e piccola, ci sia un altro nemico da combattere, ancora più subdolo e insidioso: la rassegnazione. «Sì perché al degrado, alle schifezze, alla paura di passeggiare in piena libertà purtroppo ci si abitua e questo non va bene. Serve al più presto invertire questa china che abbiamo preso tutti, nessuno escluso. E ognuno di noi deve fare la propria parte, recuperando il senso di appartenenza a una comunità che si è data delle regole e che le rispetta. C'è troppo egoismo e anche menefreghismo, per lo meno fino a quando la cosa non ti tocca personalmente. Lo so, è più facile a dirsi che a farsi, ma bisogna pur cominciare. Il che non significa che non si debba agire sul fronte della repressione e della prevenzione con le forze dell'ordine e con istituzioni. Ma lo ripeto, non basta. Sembra che ci siamo arresi».


FIUME IN PIENA
È un fiume in piena. Da anni Vincenzo Rigamonti, titolare dell'omonima farmacia al civico 38 di corso del Popolo, è punto di riferimento e portavoce di chi in corso del Popolo ci lavora e ci abita. Lungi dallo sminuire il reale stato di decadimento residenziale e sociale in cui versa la zona, il dottor Rigamonti non vuole cedere a quello che appare l'inevitabile. «È un serpente che si morde la coda perché - spiega - cosa mai posso dire a mio figlio di 12 anni se scendendo di casa, nell'androne, troviamo uno che si buca? Non è un esempio fatto a caso. E come non potrei dire a mia madre ottantenne di evitare di indossare gli orecchini d'oro se esce per le spese? La gente è impaurita, teme il peggio. E si chiude sempre più in se stessa. Evita di uscire specie la sera, ma anche di giorno. I negozi chiudono, si sceglie anche di traslocare e quindi il mercato immobiliare è facile preda di speculatori e di una sorta di residenza selvaggia. E allora sei già fregato».


DAVANTI AI BAMBINI
Gli fa eco una signora che abita all'altezza dell'incrocio con via Costa, che preferisce mantenere l'anonimato: «La situazione non è più sostenibile e lo denuncio con profonda amarezza. Avviene sotto gli occhi dei bambini che passeggiano con i genitori o con i nonni, davanti ai ragazzi molto giovani che fanno le prime uscite in autonomia, vicino alle scuole e ai principali servizi della città. Ogni sera, attorno alle 18 o poco prima, c'è il raduno di numerosi spacciatori che si trovano puntualmente nel bar aperto fino a tardi. Questi stessi spacciatori vendono droga e accompagnano gli acquirenti a drogarsi sotto i portici in via Costa, approfittando della copertura di un cantiere, il tutto sotto lo sguardo dei residenti che impotenti sono costretti a passare sotto i portici per poter raggiungere le proprie macchine nel proprio parcheggio. Questo è l'esempio e l'educazione che stanno ricevendo i nostri figli, a poco servono le luci natalizie quando si deve temere per la propria incolumità e per quella dei nostri figli».


FORZE DELL'ORDINE
Poche pattuglie di polizia, carabinieri vigili urbani? In corso del Popolo c'è anche la sede della Guardia di Finanza. La risposta unanime è che il problema è un altro. «Le forze dell'ordine il loro compito lo svolgono e bene. Si prendono insulti, sputi e rischiano. Ma se ne prendi uno e lo allontani, ce ne sono altri che ne occupano il posto» commenta Rigamonti. «Per questo - conclude - mi aspetto un cambiamento che non so definire se non culturale». Ad ammettere il senso di scoramento pure un'altra commerciante: «Confesso che tra lockdown, crisi economica dovuta alla guerra e questo stato di perenne assedio ho pensato più volte di mollare. Poi continuo ogni giorno e ogni giorno però chiudo sempre più presto la sera, perché sì, lo ammetto, ho paura».


M.And.
 

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