Mestre. Impennata di rapine: 5 in 15 giorni. Cosa sappiamo della banda: dove colpisce e come attacca le vittime

I colpi ravvicinati tra via Piave e Marghera

Sabato 20 Gennaio 2024 di Davide Tamiello
L'ultimo episodio davanti alla chiesa di via Piave

MESTRE - Aspettano la loro vittima, agiscono in gruppo (due o tre persone), lo minacciano o lo picchiano per derubarlo di portafogli e cellulari. Nelle ultime due settimane c'è stata un'impennata di rapine in città, concentrata in particolare nel quartiere Piave e a Marghera. Se ne sarebbero verificate almeno cinque, su cui stanno indagando in parallelo la squadra mobile di Venezia da una parte e i carabinieri di Mestre dall'altra. Le modalità, però, sembrano essere sempre le stesse: un copione eseguito e ripetuto tanto da far pensare a un'unica mano. Anzi: la mano a dire il vero forse no, perché gli identikit forniti dalle vittime non sempre sono sovrapponibili, ma la regia, magari, sì. Perché nella maggior parte dei casi i responsabili si sono mossi sempre in gruppo e senza armi, rapinando la vittima a mani nude. In tutti gli episodi si tratta di bottini da poco, i contanti contenuti nel portafoglio o un cellulare. Questi personaggi sembrano essere particolarmente violenti e decisi, per quanto poco organizzati e non esattamente professionali nell'azione criminale. In qualche caso, infatti, i banditi hanno agito a volto scoperto, in altri sono fuggiti a piedi. I colpi non sembrano programmati, ma frutto dell'improvvisazione e del momento: possibile che, infatti, si tratti di disperati alla ricerca di qualche euro per comprare un po' di eroina dalle parti della stazione. Gli ultimi a farne le spese sono stati un giovane cinese, picchiato e aggredito ai giardini in via Piave, un anziano sorpreso nell'androne del proprio palazzo, tra via Podgora e via Piave, un cameriere cingalese, rapinato di cellulare e 300 euro in piazzale Gar a Marghera e un 43enne derubato con la forza in via Piave. Il primo caso, in ordine cronologico, è quello avvenuto al ragazzo cinese nella notte tra il 4 e il 5 gennaio. L'ultimo, nella notte tra giovedì e venerdì.

LE INDAGINI AVVIATE: TELECAMERE AL SETACCIO

L'anziano rapinato in via Podgora era stato preso a calci e pugni e derubato del portafoglio (poi ritrovato, ovviamente vuoto, poche ore più tardi nelle vicinanze). Sul suo caso sta indagando la squadra mobile: i detective della questura hanno in carico anche il colpo a Marghera e quello dell'altra notte vicino alla chiesa di via Piave. Gli investigatori stanno cercando di analizzare gli episodi, anche attraverso le immagini delle telecamere della zona, per provare a capire se ci sia un nesso con questa particolare impennata di casi. Solitamente quando un fenomeno cresce significa che in giro c'è qualcuno che colpisce il livello seriale. Era successo anche un anno fa con gli accoltellamenti nell'area tra via Piave e Altobello: più di dieci episodi in pochi giorni, ricollegati poi quasi tutti allo stesso individuo. Potrebbe succedere la stessa cosa anche per l'impennata delle rapine, e non sarebbe la prima volta peraltro.

IL PRECEDENTE: I RAPINATORI SERIALI

Per esempio, pochi mesi fa la squadra mobile ha bloccato due rapinatori seriali autori di almeno cinque colpi a Mestre.

In quel caso, però, i banditi agivano armati di coltello, a differenza di quanto avvenuto almeno in questi ultimi colpi. La polizia aveva messo a confronto i vari episodi e grazie a una ricostruzione puntuale era arrivata a stringere le manette ai polsi dei responsabili. Tra le vittime dei colpi, allora, c'erano anche alcuni ragazzini.

Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 08:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci