Mestre. Addio campo sinti, al via il cantiere del Palazzetto: il sindaco Brugnaro "posa" la prima pietra

Giovedì 4 Aprile 2024 di Fulvio Fenzo
Addio campo sinti, al via il cantiere del Palazzetto: il sindaco Brugnaro "posa" la prima pietra

MESTRE - Del campo Sinti non c'è più traccia, tranne i resti della strada che portava alle casette rase al suolo e la cabina elettrica "Villaggio Sinti" con appese le cassette delle lettere (ormai devastate) degli abitanti. «Siamo tra le prime città in Europa ad aver superato un campo rom in cui non c'era integrazione, ma segregazione - si guarda intorno l'assessore alla Coesione sociale Simone Venturini -. Noi abbiamo accompagnato all'integrazione le famiglie che erano in questo posto, punendo e mettendo alla porta chi sgarrava». «Mandiamo al macero una pagina brutta della nostra storia» aggiunge il vicesindaco e assessore allo Sport Andrea Tomaello mentre, al posto dei prefabbricati, ora ci sono le reti di cantiere sulle quali sono appese le immagini di come diventerà il nuovo impianto sportivo polivalente indoor di Favaro di via del Granturco.

PRIMA PIETRA

C'è quasi tutta la Giunta, consiglieri comunali (di maggioranza), presidenti di Municipalità, "autorità civili e militari" e le maestranze delle Costruzioni Iannini che, da oggi, dovranno correre per tirare su il nuovo palazzetto da mille posti che si punta a terminare entro l'anno prossimo, anche se l'ipotesi più credibile resta quella della primavera 2026. È il sindaco Luigi Brugnaro a prendere cazzuola e cemento per posare la prima pietra (simbolica, per fortuna, perché il mattone lo mette nel senso sbagliato, ma nessuno ha il coraggio di dirglielo) di un'opera da 9 milioni e 100mila euro, di cui 7,1 per il palazzetto (5,5 con fondi del Pnrr, il resto messo dal Comune) e 2 milioni per le opere di urbanizzazione, cioé strade e parcheggio con 300 posti per le auto e tre per i pullman. «Siamo i "numeri 1" tra le città italiane per investimenti nello sport, e qui si potranno tenere anche spettacoli e piccoli eventi.

Quelli che dicono "riprendiamoci la città" riflettano: se l'idea che hanno di città è quella che c'era prima... beh, anche no. Noi alle polemiche continue rispondiamo con fatti concreti. Quest'area verrà ripulita e vorrei che, quando non ci sarò io come sindaco, tutti si ricordino che le cose che si fanno devono anche camminare». Cioé sostenersi ed andare avanti.

IL PROGETTO

L'impianto sarà composto da una nuova palestra che potrà ospitare varie attività sportive come calcio a 5, pallacanestro e pallavolo, e una doppia tribuna per mille spettatori lungo i due lati lunghi del campo da gioco, mentre sulle testate dell'area da gioco sono previsti da un lato quattro spogliatoi e servizi per gli atleti, e dall'altro la zona accesso spettatori, alcuni uffici e un locale bar. «Con questa struttura ed il Bosco dello Sport recuperiamo il gap di impianti sportivi della nostra città - aggiunge Andrea Tomaello -. Andare a giocare fuori era una sconfitta per il territorio. Per questo ringrazio i tecnici che hanno lavorato in estate per partecipare al Bando Pnrr del Governo, ottenendo il massimo finanziamento erogabile, i consiglieri comunali di maggioranza che, solo loro, hanno votato a favore perché gli altri, forse, preferivano quello che c'era prima. E ringrazio Silvana Tosi, l'ex assessore alla Sicurezza mancata nel novembre 2021 che andava al campo Sinti ad aiutare le persone che avevano bisogno, ma lo contestava». «Più che una prima pietra, con la cerimonia di oggi finalmente si metterà una pietra sopra al fallimentare esperimento sociale del Campo Sinti voluto dalle amministrazioni di sinistra - è intervenuto, con una nota, il senatore veneziano di Fratelli d'Italia Raffaele Speranzon -. Il lavoro in giunta fatto dall'assessore Zaccariotto che ha firmato la delibera, è stato importantissimo per arrivare ad ottenere gli stanziamenti necessari». Un'uscita che, dopo quella di sabato sulla gestione degli impianti, ha lasciato un po' interdetto il resto della Giunta. «Siamo sotto elezioni europee - taglia corto il sindaco Brugnaro -. Io non sono candidato, ma tutti hanno bisogno di visibilità».

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