Marco Travaglio: «Anche in Veneto
la mafia prospera grazie alla crisi»

Venerdì 11 Aprile 2014 di Raffaele Rosa
Marco Travaglio
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MESTRE - La mafia, lo Stato, quello che non è stato detto, quello che non si sa, quello che non si dirà mai. Tutto a firma di Marco Travaglio. Arriva a Mestre il discusso spettacolo del giornalista e scrittore torinese - oggi vicedirettore de "Il Fatto Quotidiano" - che domani sera (ore 21) sale sul palco del teatro Corso per “È stato la Mafia”. Travaglio racconta la storia della trattativa fra Stato e Mafia, avviata dallo Stato nel 1992 e proseguita fino a oggi. Una storia di due ore e mezzo, di patti inconfessabili, di segreti e ricatti che hanno dato vita alla Seconda Repubblica accompagnata dalle musiche eseguite dal vivo con il violino di Valentino Corvino. Sul palco anche Valentina Lodovini, che leggerà brani di grandi politici e intellettuali sulla buona politica, quella che rifiuta ogni trattativa e compromesso con la malavita e il malaffare.



La mafia raccontata sul palco diventa più buona o più cattiva?

«La mafia è sempre la stessa, è lo Stato che sconcerta - spiega Travaglio - che fa il suo interesse, la criminalità è organizzata e noi no. Il fronte è diviso, lo Stato che la combatte e quello che fa le trattative. Di questo particolare non se ne è mai parlato: si dice che bisogna combattere la mafia ma non si dice che bisogna sconfiggerla»



Si sta facendo abbastanza per arrivare a una verità?

«Stanno facendo abbastanza quei 4 magistrati che sono rimasti a Palermo. La verità su queste cose dipende dallo Stato che dovrebbe svincolare dal vincolo dell’omertà i suoi uomini».



Napolitano e Mancino li ha mai invitati a uno dei suoi spettacoli?

«Non credo serva. I servizi segreti avranno già riferito tutti i contenuti».



Si parla di mafia spesso anche senza saperne il vero significato. Quanto sa l’Italia su questo tema?

«Sa qualcosa della mafia, sul tema della trattativa zero; c’è stata una rimozione forzata o una manipolazione della verità»



Veneto e mafia. Molti dicono che non esiste. Altri sì. Lei?

«La crisi ha dato alla criminalità organizzata un po' più di potere. Le banche non fanno più credito e quindi ci si rivolge alle organizzazioni criminali e mafiose. Ovvio che questa prenotazione crea un indotto e dietro ci sono i voti. E’ un lato oscuro della democrazia».
Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 14:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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