"Tempi biblici" molla investitore-top nel progetto delle torri in stazione

Venerdì 28 Giugno 2019 di Elisio Trevisan
il progetto
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MESTRE L’Immobiliare Favretti, dopo otto anni di inutile attesa, ha venduto e una delle società collegate è fallita. Michael Kluge non intende fare la stessa fine e dal prossimo primo luglio abbandonerà il progetto per una delle due torri-albergo-negozi da costruire accanto alla stazione, al posto dell’edificio ex Poste. Nel frattempo ha già annullato anche gli altri progetti in Italia. Perché? Deluso dall’«incompetenza delle autorità italiane», ragione «per cui oggi l’Italia versa in uno stato del quale è unica responsabile».
SOLO UN MIRACOLO
Se non succede un miracolo entro quattro giorni non solo non costruirà più nulla l’imprenditore tedesco che ha fondato l’impero degli ostelli AO (28 in tutta Europa venduti un anno e mezzo fa per 320 milioni di euro al fondo americano Tpg e da questo recentemente ceduti ad un altro fondo per 1 miliardo e 200 milioni di dollari), ma l’intero Accordo di programma per la riqualificazione dell’area della stazione di Mestre rischia di andare in fumo: assieme alla piastra sopraelevata per collegare la stazione con Marghera, alla seconda torre-albergo-negozi che dovrebbe sorgere al posto dell’edificio che ospita la Polfer e il sindacato Orsa, agli edifici con appartamenti al posto dell’ex parco ferroviario, alla sistemazione del nodo di interscambio tra bus Actv, tram, bus turistici, treno, e persino al riordino dei giardini di via Piave.
Kluge ha scritto una lettera ai responsabili del Comune e delle Ferrovie (all’assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin e al direttore generale Danilo Gerotto, nonché al dirigente di Sistemi Urbani delle Ferrovie Alessandro Maculani) ricordando che aveva acquistato il palazzo ex Poste a maggio del 2017, «a fronte dell’affermazione che l’Accordo di programma fosse essenzialmente pronto per la firma, tanto che la stipula sarebbe potuta avvenire entro fine luglio 2017; a seguire, trascorsi circa nove mesi, si sarebbe ottenuto il permesso di costruzione, cosicché i lavori sarebbero potuti iniziare nella primavera 2018». In pratica il nuovo albergo sul grattacielo a quest’ora sarebbe già stato inaugurato o quasi. E invece? Invece l’Accordo di programma, inseguito per anni dall’Amministrazione Orsoni e finalmente portato al dunque da quella Brugnaro, è stato impostato, ha ottenuto una prima firma e l’ok dal Consiglio comunale, ma non ancora la ratifica definitiva.
Michael Kluge aveva già inviato una protesta formale mesi fa e aveva fissato un termine ultimo per il 30 giugno entro il quale arrivare alla firma definitiva ma ora ha saputo che si parla del 15 luglio, e che non è nemmeno sicuro. Per cui il rischio è che si scavalchi l’estate e si vada a settembre, a chissà quando per il permesso di costruire, e a un termine indefinito per l’inizio dei lavori.
«Una cosa incredibile e senza precedenti» per un imprenditore abituato, nel resto d’Europa, a comprare e costruire edifici nel giro di pochi mesi: «Ci rincresce molto essere stati ingannati per oltre due anni con promesse non mantenute. Da parte nostra ci guarderemo bene dall’operare ulteriori investimenti in un contesto tanto imprevedibile e inaffidabile».
PALAZZO INUTILIZZATO
E, quel che è peggio per l’area della stazione, ha annunciato che «l’immobile rimarrà inutilizzato fino a data da destinarsi». Vale a dire che il decrepito palazzo ex Poste starà lì com’è finché Kluge ne avrà voglia, «mentre sarà nostra cura valutare se intentare causa contro il Comune di Venezia».
La “maledizione” dell’Accordo di programma, che come la fiaba di Sior Intento “che dura tanto tempo che mai no a se destriga”, dunque, ha fatto nuove vittime colpendo anche un’Amministrazione che è riuscita a sbloccare parecchi progetti incagliati da tempo. Il problema, sostiene più di qualcuno in città, è che, nel caso dell’area della stazione di Mestre, l’Accordo dev’essere condiviso con le Ferrovie, proprietarie di buona parte dei terreni e degli edifici, una società che negli ultimi anni si è rinnovata ma che comunque è un colosso con un’agilità limitata rispetto alle esigenze di investitori stranieri come Kluge.

 
Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 09:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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