VENEZIA - Quello del primario Fittà, a ben vedere, è solo l'ultimo episodio di quella fuga dei medici che dal servizio pubblico è in atto già da tempo. Dopo il Covid il processo sembra aver avuto una decisa accelerata.
L'ORDINE DEI MEDICI
«Non siamo di fronte a casi isolati», conferma Giovanni Leoni, chirurgo al Civile, presidente provinciale dell'Ordine dei medici, vicepresidente nazionale nonché segretario regionale di Cimo, il sindacato dei medici. AMi pare significativo riprende che in queste ore siano arrivate le dimissioni di tre primari radiologi in Veneto (Mestre, Castlefranco e Conegliano, ndr): purtroppo la disaffezione che colpisce chi decide di lasciare, ricade poi anche sullo spirito di corpo dell'equipe che guida. Nel caso specifico del dottor Fittà, si apre anche un serio problema riguardo la Radiologia interventistica che a lui fa totale riferimento. È il chiaro esempio di professionisti difficilmente sostituibili. Prendo atto della sua decisione e capisco il suo sfogo sull'aumento dei carichi di lavoro. Un medico ha diritto a non morire di stress, a vedere premiato il proprio lavoro con le giuste soddisfazioni, conciliandolo con le proprie esigenze di vita». Leoni allarga la sua analisi: «Dopo la pandemia c'è stata un'indubbia crescita di richiesta di prestazioni sanitarie, anche in Radiologia. D'altronde la popolazione è sempre più vecchia. È il tema dell'appropriatezza a cui non a caso abbiamo dedicato l'edizione di quest'anno di Venezia in Salute: è normale che gli anziani abbiano sempre più malattie. La percentuale di individui che soffre di almeno due patologie croniche passa dal 13% nella fascia d'età 45-54 anni al 66% tra gli over 75. Mediamente si vive di più, ma non necessariamente meglio».
REPARTI IN SOFFERENZA
Il presidente dell'Ordine dei medici ricorda che le maggiori difficoltà riguardano reparti come Anestesia, Rianimazione, Pronti soccorso, ma ormai a macchia di leopardo si stanno estendendo a ogni specialità. «La domanda di salute è aumentata a fronte di un sistema sanitario in palese difficoltà per carenza di medici disponibili, soltanto in Veneto ne mancano 2mila, e per il taglio dei posti letto che è oggettivo sostiene Leoni Il ricorso alle cooperative è ormai sistematico e le cooperative stesse si stanno attrezzando per vendere alle Ulss pacchetti completi. L'esternalizzazione non è più un'eccezione. E per quanto riguarda i pazienti la dinamica che si viene a creare è chiara: chi può, si paga l'esame dal privato, eseguendolo il giorno dopo».
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