VENEZIA - Per la procura di Venezia che l'ha indagato con l'accusa di abuso d'ufficio, Andrea Razzini, direttore generale di Veritas, sapeva che le mascherine arrivate a Veritas erano fornite dalla ditta di famiglia del sindaco di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni. Per le centinaia di dipendenti di Veritas, però, quelle accuse sono infondate. La loro convinzione l'hanno messa nero su bianco in una lettera che sta girando via mail tra i lavoratori della multiutility e che tanti stanno firmando a difesa del loro dg. «Abbiamo bisogno di farlo sapere - è l'incipit - che il direttore generale di Veritas è una persona trasparente e responsabile, sempre attenta a garantire il miglior servizio per la collettività, tutelando salute e sicurezza di cittadini e dipendenti».
La nota, sottoscritta da un gruppo di dipendenti di Veritas poi continua ricordando proprio il periodo preso in considerazione dall'inchiesta, cioè la prima risposta all'esplosione del Covid, quando chiunque cercava mascherine. L'ipotesi accusatoria sostiene come Fragomeni, venuto a conoscenza nella Conferenza dei sindaci dell'Ulss 3 della necessità degli enti pubblici di reperire dispositivi di protezione, prova (e riesce) a piazzare le mascherine importate dalla ditta che di fatto era gestita dal fratello Giovambattista. Trentamila vanno a Veritas con la complicità di Razzini.
LA PANDEMIA
Infine, la solidarietà: «Con questa nostra lettera aperta, vogliamo manifestare la vicinanza, la stima e l'affetto al nostro dg che, con le sue consuete forti doti di trasparenza e correttezza, sta passando questo difficile momento di indagini, su vicende alla ribalta della cronaca locale che, seppure marginalmente, coinvolgono anche Veritas. Il dottor Razzini può affrontare questo percorso con serenità, perché ancora una volta daremo il massimo perché i servizi vengano erogati nel migliore dei modi, così come il direttore ci ha insegnato e trasmesso. A lui va tutta la nostra solidarietà e il ringraziamento per il lavoro svolto e per come guida l'azienda, anche nei momenti più complicati».
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