Getta la figlia dal balcone, il papà voleva davvero morire, sotto choc la moglie. «Mai dato segni di squilibrio»

Domenica 7 Gennaio 2024 di Monica Andolfatto
Getta la figlia dal balcone, il papà voleva davvero morire, sotto choc la moglie. «Mai dato segni di squilibrio»

CINTO CAOMAGGIORE (VENEZIA) - Dopo aver lanciato nel vuoto la figlia di 5 anni, si è gettato dallo stesso terrazzo per uccidersi. Le ferite riportate nella caduta da circa 4 metri di altezza confermerebbero questa ipotesi: l’uomo, un libero professionista di 43 anni, infatti ha riportato delle lesioni vertebrali ed è tutt’ora ricoverato nel reparto di terapia intensiva nell’ospedale trevigiano di Oderzo, sotto sedazione.
Ieri la convalida dell’arresto da parte della gip Monica Biasutti del tribunale di Poredenone competente per territorio: l’accusa è di tentato omicidio.

Per il momento il 43enne resta nella struttura sanitaria, piantonato dai carabinieri che stanno svolgendo le indagini sotto il coordinamento del pm Marco Faion. La bimba è ancora al Ca’ Foncello di Treviso assistita dalla mamma: la piccola ha riportato un trauma cranico, giudicato guaribile in una trentina di giorni, ed è costantemente monitorata dai sanitari. Non ha mai perso conoscenza ed è sempre stata vigile, soccorsa nell’immediatezza dai vicini accorsi per le grida e il trambusto, prima di essere affidata agli operatori del Suem.


IL DRAMMA
Il dramma, del tutto inspiegabile, è avvenuto poco dopo la mezzanotte di venerdì, a Cinto Caomaggiore, piccolo comune veneziano nel Veneto Orientale nella casa in cui il 43enne abita da sette anni. E dove la piccola era arrivata a Capodanno per stare con il papà tutta la settimana. I genitori, che non sono sposati, non vivono insieme in pratica dalla nascita della loro unica figlia, hanno concordato sulla formula dell’affido condiviso, con la massima disponibilità - da quanto ricostruito - da parte di entrambi nell’assecondare le esigenze e le necessità della bambina. Mai un problema, mai uno screzio, mai un segnale di insofferenza: fino a tre giorni fa. Cosa può essere successo di così grave da spingere un padre a sollevare di peso la sua creatura e scaraventarla di sotto come fosse un oggetto? Ad attutire l’impatto a terra è stato provvidenziale il manto erboso, che ha anche limitato la gravità delle lesioni. Un miracolo. Diverse persone ascoltate dagli uomini dell’Arma della compagnia di Portogruaro hanno riferito di aver sentito l’uomo gridare, urlare, inveire con il cellulare stretto fra le mani: forse stava chattando, inviando whatsapp vocali con una donna alla quale è legato o è stato legato. Continuava a entrare e uscire dal terrazzo in maniera esagitata, seguito dalla figlioletta piuttosto spaventata che gli chiedeva, nelle modalità e nelle possibilità legate alla sua tenera età, di calmarsi. Ma lui non solo non si è tranquillizzato, ma ha rivolto tutto il suo malessere e tutta la sua rabbia proprio contro la piccola che si è ritrovata a vivere in un incubo, quasi uccisa da chi invece avrebbe dovuto proteggerla e coccolarla. Ieri i familiari dell’uomo hanno proceduto a nominare due difensori di fiducia, gli avvocati Valter Buttignol e Igor Visintin di Portogruaro che si sono limitati a dire di non aver visto gli atti, rimandando qualsiasi eventuale commento. È molto probabile che chiederanno degli accertamenti psichiatrici.


LA DONNA
«Voglio vedere la mia bambina, voglio vedere la mia bambina». Poi è svenuta. Questa la reazione della mamma della piccola quando è stata informata dai carabinieri che l’hanno raggiunta nell’abitazione di Gruaro, poco lontano da Cinto, dove risiede e dove la piccola frequenta la scuola materna.
Ha continuato a ripetere che l’ex compagno non aveva mai dato segni di squilibrio e che se lei avesse avuto anche il minimo sentore che qualcosa non andasse, mai e poi mai gli avrebbe affidato la figlia. La donna non si stacca dal letto dell’ospedale. Giacomo Gasparotto sindaco di Gruaro è in continuo contatto tanto con lei, quanto con i nonni materni.
«La mamma è molto provata - spiega - non riesce a capacitarsi dell’accaduto, ma è molto forte. Vuole stare vicino alla sua bimba che si è resa conto di quello che è capitato e che oltre alle cure mediche, ha bisogno di sentire l’affetto e la vicinanza della persona che l’ha messa al mondo e che l’ha sempre accudita e cresciuta amorevolmente. Ora l’obiettivo è che si rimetta dal punto di vista delle condizioni di salute. Poi servirà comprendere quali azioni intraprendere per farle superare lo choc psicologico. Noi come comunità siamo pronti a fare la nostra parte, anche con i compagni e le compagne dell’asilo che vanno preparati al rientro, mi auguro il più presto possibile, della loro coetanea».
 

Ultimo aggiornamento: 18:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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